Era un 23 giugno di tanti anni fa e Gigi Rizzi, l'amateur italiano che conquistò Brigitte Bardot, era da poco tornato nella sua Saint Tropez, "che, a conti fatti, rimane un mio luogo di elezione", come disse pochi giorni prima di morire a Massimo Fini. In quei locali della Costa Azzurra in cui amava ballare a piedi nudi fino al mattino, quel giovane ragazzo di origini piacentine era diventato Gigi Rizzi, il playboy che conquistava giocando. Perché tutto per lui era un gioco. Le donne più belle le aveva sedotte così, compresa BB: la sua più grande fortuna. La sua più grande condanna. Fu lei a volerlo conoscere in una calda notte tropezienne: gli diede appuntamento il mattino seguente e, nel giro di poche ore, erano già a letto insieme a consumare la loro giovinezza. Nulla per lui fu più come prima. "Rizzi - scrisse anni dopo Fini - aveva piantato la bandiera tricolore nel punto più delicato e sensibile dell'orgoglio francese". Era vero. Gigi diventò una specie di eroe, l'uomo che, da solo, vinse il mondiale della seduzione.
Fu un'estate calda, quella del 1968, e Gigi la passò con Brigitte. La loro era la coppia più ricercata e fotografata. Lui, l'italiano di buona famiglia con il viso pulito partito alla scoperta di Saint Tropez. Lei, il Mito. Si trovarono. E si amarono, forse, fino a quando lei si stancò. Così Rizzi, senza dire una parola, fece i bagagli e tornò in albergo. Era finito il giro sulla giostra del cuore della Bardot e lui preferì farsi da parte per costruirsi un futuro grazie alla fama conquistata. Tornò in Italia e continuò con il poker fino a notte fonda, percorse le montagne bianche degli anni '70, si trasferì a Londra e aprì la filiale romana del Number One. A rileggere le pagine di Io, BB e l'altro 68, l'autobiografia scritta insieme a Giangiacomo Schiavi, si scopre l'impegno che Gigi metteva in tutto ciò che faceva. La sua cura, quasi maniacale, per l'arredamento, che andava dalle luci alla cucina, passando per i locali. Ma quando si è così in alto si fa presto a cadere. Prima le minacce della mala e poi la coca che viene trovata nei bagni della discoteca mettono fine al successo di Gigi, che cerca di percorrere, senza però alcun successo, la carriera di attore.
Prova a ricostruirsi una vita, ma è un disastro. Resiste qualche mese poi il demone torna ad assalirlo. Il gioco, la coca, le danze sfrenate fino al mattino. Gigi cerca ovunque Saint Tropez e i momenti passati con BB. Gli pare perfino di vederla sulle spiagge argentine e prova a correrle incontro. Ma abbraccia solamente sabbia finissima. Quegli anni sono passati per sempre. È tempo di cambiare. Di uccidere Gigi Rizzi per trovarne, forse, un altro.
È una donna, Dolores Mayol, a salvargli la vita. All'ennesima crisi, lei lo mette alle strette. Lui si fida ed apprezza le cose più semplici della vita: il lavoro e la famiglia. "A metà degli anni Settanta - dirà poi Rizzi - mi sono trasferito in Argentina. Ho disboscato quattromila ettari di terra per coltivare fagioli, soia, mais, ho passato quattordici anni a guardare il cielo aspettando che piovesse, ho avuto 600 vacche e fino a 300 braccianti, facevo la festa dell'autunno e quella della primavera, l'asado alla brace ogni martedì e con l'aiuto della famiglia Bertola il torneo di polo dedicato a mio fratello Carlo. Tiravo su i figli con i valori ritrovati e la certezza di essere per loro un punto d'appoggio solido, forte, sicuro. Ce l'ho messa tutta in questo buco del culo del mondo per non essere banale, vuoto, infantile. Qui Gigi Rizzi é semplicemente el senor Rizzi, e l'alba non odora di whisky e di Chanel. Qui nessuno ti regala niente e se impari a fare l'agricoltore é merito del tuo lavoro e dei tuoi sacrifici. Sprofondo felice nella mia isola protetta. La terra, la gioia di essere padre, la quiete che non finisce sui giornali perché anno dopo anno non fa più notizia. Adesso sono più belli anche i ricordi. Non mi sento vacuo, inappagato e inutile, sono sereno e ottimista perché ho tutto quello che un uomo può desiderare. Adesso c'è lei, Dolores Mayol, una donna vera, e trovo che la fedeltà in amore sia il minimo che un uomo possa concedere quando ama veramente...".
È quasi mezzanotte e Gigi ha passato la serata a mangiare tartine al caviale e a bere champagne. Un ictus lo colpisce, facendolo crollare a terra, privo di vita. Tutto è finito a Saint Tropez dove tutto è cominciato. Un ballo, iniziato nella calda estate del 1968, durato 45 anni. L'ultimo ballo di Gigi Rizzi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.