A due settimane da quel maledetto mercoledì 7 gennaio, nelle scuole italiane l'attentato contro Charlie Hebdo rimane una ferita aperta. Di cui discutere. Magari scontrandosi. Com'è accaduto in un'aula di un istituto tecnico di Faenza, dove una volantino di solidarietà per le vittime di Parigi è stato stracciato da uno studente di fede islamica. Quella che si «combatte» tra i banchi non è una guerra di religione - Bibbia contro Corano -, ma i sintomi di un disagio crescente si notano eccome. I giovani musulmani che frequentano le medie e le superiori nel nostro paese sono aumentati negli ultimi 5 anni di circa il 20%. Anche la nostra sta diventando (e non da oggi) una scuola sempre più multietnica e questo sarebbe positivo in uno Stato che vedesse nella Pubblica Istruzione un'OPA su sui investire in termini di crescita culturale ed educazione civica; ma questo, purtroppo, non è il caso dell'Italia, dove la scuola è da sempre considerata l'ultima ruota del carro.
Sarà per questo che la nostra scuola nel bene (poco) e nel male (tanto) rimane lo specchio fedele di un Paese sempre più afflitto dalla «sindrome del gambero», tra continui passi indietro perfino sul fronte di quelle che dovrebbero essere le nostre più radicate tradizioni in termini di civiltà cattolica. E invece in Parlamento è tutto un fiorire di proposte di segno opposto: come ad esempio il progetto di sostituire l'ora di religione con una nuova materia, Storia delle religione, nel tentativo demagogico di garantire la «par condicio» con le altre fedi. È di pochi giorni fa la notizia di una lettera scritta da vari storici delle religioni per chiedere un tavolo di confronto alla ministra dell'Istruzione, Stefania Giannini «al fine di valutare la possibilità di introdurre la materia da loro insegnata all'interno dell'ordinamento scolastico italiano».
Un'apertura che, fatte salve le buone intenzioni di quanti la auspicano, rischia di generare mostri. Come dimostra l'associazione Gherush92 che chiede di censurare lo studio dei Dante in quanto «discriminatorio e offensivo». Il capolavoro di Dante conterrebbe - a giudizio di Gherush92, cui aderiscono molti docenti - «accenti islamofobici»: «Nel canto 28° dell'Inferno - si legge in articolo del Corriere.it ripreso dal sito studentesco Scuolazoo -, Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto è rappresentato come uno scismatico e l'Islam come una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Alì, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un'offesa».
Intanto è notizia di ieri che nella Scuola Svizzera di Bergamo l'ora di religione cattolica è stata cancellata: al suo posto si studierà «etica». Una novità che ha sorpreso genitori e Diocesi: «Questa decisione è un clamoroso errore».
La Scuola Svizzera è l'unica scuola plurilingue di tutta la Bergamasca (comprende classi medie, elementari, e dell'infanzia) dove una metà degli iscritti è italiani e l'altra metà è straniera. In nome di Dio. Allah permettendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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