Più romanzo che verità nel capolavoro di Capote

Lo scrittore americano Truman Capote
Lo scrittore americano Truman Capote

Uno dei classici della letteratura americana, A Sangue Freddo di Truman Capote, non sarebbe quel modello di corrispondenza ai fatti di cui il suo autore si è sempre vantato. La ricostruzione dell'omicidio di una famiglia del Kansas del 1959 sarebbe piena di imprecisioni, grossolani errori e abbellimenti della realtà. Lo ha scoperto il Wall Street Journal sulla base di dossier di polizia portati a casa anni fa da un agente del Kansas Bureau of Investigation, Harold Nye, e adesso al centro di una causa tra lo stesso Bureau e il figlio di Nye che li vuole pubblicare.

Il capolavoro di Capote cementò, all'uscita nelle librerie, la fama del suo autore come l'inventore di un nuovo genere letterario - il romanzo verità - e quella del detective Alvin Dewey come il più acuto investigatore dello Stato. I documenti smentiscono l'affermazione dello scrittore che il suo bestseller era «immacolatamente fattuale» e mettono in causa l'immagine di Dewey come brillante poliziotto. Gli eventi descritti in due cruciali capitoli di A Sangue Freddo differiscono da quanto accaduto: Capote scrive ad esempio che il Kbi ricevette una soffiata su Perry Edward Smith e Richard Eugene Hickock, i due uomini che avevano ucciso la famiglia Clutter, e mandò un agente a cercarli la notte stessa. Il Bureau, in realtà, attese cinque giorni prima di prendere l'iniziativa, anche perché Dewey, che aveva il comando dell'inchiesta, non era convinto dell'affidabilità della segnalazione. Quando finalmente il dipartimento di polizia si mosse, lo fece inviando quattro agenti, non uno soltanto.

Il Wall Street Journal sostiene che Capote abbellì la sua narrazione per trasformare Dewey in un «eroe brillante e ossessionato». Il motivo? Forse era un artificio migliore per il racconto. Oppure per riconoscenza: senza l'aiuto di Dewey, il libro non sarebbe mai venuto alla luce. Capote ricevette da Dewey un trattamento preferenziale - accesso a documenti top secret come i diari di una delle ragazze uccise, pressioni sui vicini per lasciarsi intervistare e un accesso diretto ai due assassini - anche se l'investigatore sostenne sempre il contrario.

A sostegno di questa tesi il Wall Street Journal rivela che nel 1965 lo scrittore ottenne per la moglie di Dewey un contratto da 10mila dollari dalla Columbia Pictures come consulente quando da A Sangue Freddo fu tratto il film: una cifra ben più alta del reddito medio di una famiglia americana per quell'anno.

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