Il Polesine si Mostra (con Sophia). "Il cinema che conta è nato qui"

"Cinema! Storie, protagonisti, paesaggi". La rassegna curata dal direttore del festival del Cinema di Venezia

Il Polesine si Mostra (con Sophia). "Il cinema che conta è nato qui"

Sembra un altrove rispetto all’Italia, una terra fuori dal tempo, un mare di verde stretto tra due fiumi. Invece è un set cinematografico, discreto, silenzioso e dal fascino antico. In Polesine, sul delta che si divide tra Rovigo e Ferrara, hanno girato in tanti: Roberto Rossellini, che polesano lo era da parte di mamma, Michelangelo Antonioni, Alberto Lattuada, Luchino Visconti, Ermanno Olmi, Pupi Avati, Carlo Mazzacurati.

Almeno 500 tra film, documentari, fiction tv. Qui è nato il neorealismo italiano, qui Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone è diventata Sophia Loren, qui, di sponda, il cinema muto ha imparato a parlare italiano. Una cinecittà immersa nella natura, sconosciuta e sorprendente, un’eccellenza italiana trascurata spesso anche da chi la abita. Ma che adesso trova le luci che si merita, nella speranza che queste luci non vengano ingoiate di nuovo dal buio dell’indifferenza, del pressapochismo e della mancanza di lungimiranza.

Alberto Barbera, direttore del Festival del cinema di Venezia, del Polesine (che potete ascoltare nel filmato) si è innamorato da poco ma tanto è bastato per farsi conquistare per sempre. In sei mesi, grazie alla collaborazione del presidente della Polesine film Commission Angelo Zanellato ha organizzato una mostra elegante, appassionante e sorprendente “Cinema! Storie, protagonisti, paesaggi” di scena a Palazzo Roverella, a Rovigo, dal 23 marzo al primo luglio. Foto di scena e di set, locandine, disegni, sceneggiature, cartoline d’epoca e poi video tratti da film, documentari e sceneggiati tv.

Si va da «Ossessione», cioè «il Postino suona sempre due volte» all’italiana, firmato Visconti al «Paisà», il capolavoro neorealista di Rossellini; da «La donna del fiume», di Mario Soldati, che consacrò alla gloria Sophia Loren all’omaggio a Dria Paola, protagonista de «La Canzone dell’amore», primo sonoro della storia del cinema italiano; dal debutto di Antonioni con il suo Gente del Po, a Florestano Vancini, ferrarese, e Carlo Mazzacurati, padovano, che sul Delta erano di casa che diceva «Il Polesine è come una pagina bianca dove ogni regista può scrivere quello che vuole».

Un set naturale che ha raccontato storie vere, spesso dure, umanissime, che ha rivelato personaggi, capolavori, ma anche uomini e donne di struggente e malinconica bellezza. Raccontato dal cinema, ma capolavoro della natura.

Cinema! Storie, protagonisti, Paesaggi
Palazzo Roverella, Rovigo
dal 24 marzo al 1 luglio

Orari: feriali 9-19; festivi 9-20
Aperta 7 giorni su 7
Ingresso: 5 euro

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