Rcs, cda fiume sui Libri. Suspense sulla vendita al gruppo Mondadori

Dopo una riunione di cinque ore nel mattino, infatti, il consiglio Rcs ha deciso di riaggiornarsi in serata per approfondimenti e i lavori stanno riprendendo solo in questi minuti

Rcs, cda fiume sui Libri. Suspense sulla vendita al gruppo Mondadori

Rcs stringe sulla Libri e all'ultimo giorno di trattativa in esclusiva con Mondadori il Cda di via Rizzoli è pronto a decidere sulla vendita alla controllata Fininvest. L'attesa della vigilia dava per certo un accordo, probabilmente con l'esclusione di Adelphi dal perimetro della cessione. Ma la partita in realtà è ancora aperta: dopo una riunione di cinque ore nel mattino, infatti, il consiglio Rcs ha deciso di riaggiornarsi in serata per approfondimenti e i lavori stanno riprendendo solo in questi minuti. Il tema del contendere non sarebbe tanto sul prezzo, che da tempo si vuole aggirarsi attorno a una valutazione della società per 135 milioni (enterprise value), per 120 milioni escludendo i debiti (a equity value), o sui tempi. Da ultimo però sarebbero emerse delle divergenze non di dettaglio su altre condizioni relative ai rischi dell'operazione, che arriva al fotofinish dunque con una certa suspense.

Sul tavolo, comunque, Mondadori arriva con una certa forza in più e non è escluso mostri i muscoli. Giusto oggi ha finalizzato con un incasso di 45,1 milioni la cessione a Mediaset dell'80% di R101 e ad Harlequin della propria parte nella joint venture comune, attiva nella vendita in edicola dei romanzi della collana Harmony. "Le due operazioni - ha spiegato - incrementando la disponibilità delle risorse finanziarie, contribuiscono a sostenere le linee strategiche di sviluppo del gruppo e la posizione competitiva nei core business, coerentemente a quanto annunciato nel corso dell'esercizio". L'incasso, dunque, è già disponibile per finanziare il possibile acquisto della Libri, e al gruppo di Segrate non mancano le linee bancarie per finanziare la parte restante. Il gruppo di via Rizzoli si trova invece ad aver quasi concluso il processo di dismissione delle attività non strategiche, che si era impegnata con le banche a realizzare per un controvalore di 250 milioni entro fine settembre. La vendita delle attività televisive in Spagna di Veo - che secondo vecchi studi degli analisti finanziari poteva valere 120 milioni o più - è però rimasta alla porta. E mancano ancora circa 60 milioni di cessioni per centrare l'obiettivo. La vendita della Libri, non inclusa tra le attività "non strategiche", potrebbe dunque tracciare un punto fermo anche nella trattativa con le banche sul debito. Le intese con gli istituti di credito, già riviste l'estate scorsa, prevedevano poi per Rcs un debito netto a fine anno sotto i 440 milioni e inferiore a 3,5 volte il mol. Già con questa trimestrale, poi, l'indebitamento netto non dovrebbe superare 4,5 volte l'ebitda.

La 'ghigliottinà dei covenant bancari prevedeva che sforati quelli per Rcs fosse obbligatorio procedere con la seconda tranche di aumento di capitale, ma vari soci storici sarebbero contrari e considerando anche le banche l'operazione sulla Libri sembra più probabile.

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