Verbo ormai dimenticato che deriva da buccina, un antenato della tromba, e significa, appunto, suonar la tromba, specie in senso figurato, e cioè manifestare con pubblicità, divulgare, propalare, strombettare. In latino tromba si dice proprio bucina. Ma basta togliere al verbo una c e bucinare significa tutt’altro, e cioè sussurrare, andar zufolando sommessamente, e anche spargere voci, insinuazioni. In questo caso secondo il Pianigiani deriva dal latino bucinum, che è il ronzio delle api, e suggerisce bene l’idea del bisbigliare all’orecchio. Ma molti vocabolari, antichi e moderni, confondono i due verbi e concentrano entrambi i significati nella grafia con la doppia c. Al punto che qualcuno (il Palazzi, per esempio) alla voce bucinare avverte: “da non confondere con buccinare”.
La buccina è una conchiglia tortile, in forma di cono con la bocca larga, usata da antiche popolazioni rivierasche per ottenere dei suoni; è detta anche la conchiglia di Tritone. Lo strumento a fiato porta lo stesso nome per somiglianza, essendo un tubo ricurvo di bronzo tale da circondare la spalla di chi lo suonava, e terminante in un padiglione spesso a forma di bocca aperta di animale. Era usato dai romani per dare segnali per le operazioni della vita militare. Buccinatore (si noti la doppia) per il Deli è chi propala voci. A sua volta Buccina si fa risalire al latino bos = bue, composto con cano = canto, che secondo lo Zingarelli si riferisce a un corno di bue usato, appunto, come strumento a fiato, ma che il Dir ritiene invece indichi semplicemente un richiamo per i buoi.
Dalle conchiglie, attraverso i suoni, si arriva infine all’anatomia. Infatti sono detti buccinatori quei piccoli muscoli della guancia che contraendosi ne determinano il rigonfiamento. Proprio l’atto di suonar la tromba.
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