Strano destino quello del verbo latino stupeo, stupere: le parole italiane che ne derivano virano in direzioni opposte, al positivo e al negativo, pur rispettando il significato della comune matrice. Stupire significa restare attonito, stordito, sbalordito, senza senso: e ha significato quasi neutro, di pura constatazione. Ma la parola stupido, sia essa sostantivo o aggettivo, va oltre, e quel restare attonito sconfina nell'essere ottuso o tardo nell'intelletto, e da qui la lista dei sinonimi è vastissima: sciocco, insensato, stolido, lento nell'apprendere. Non c'è dubbio che il messaggio proveniente dalla parola stupido è sempre negativo, anche se con una forza non eccessiva.
Eppure, prendiamo stupore, stupire: la derivazione da stupeo è altrettanto evidente, ma si tratta di parole che attengono alla meraviglia, all'incanto. Stupore è lo stato d'animo per cui vedendo o sentendo cose meravigliose e grandi si resta muti, attoniti; un senso di meraviglia che colpisce e lascia senza senso (“senza i sensi” è forse più chiaro). Positivo, dunque. Anche il participio passato stupìto rispecchia questi significati incantevoli, opposti a stupido, parola dalla quale peraltro si differenzia solo per una consonante e un accento. Stupendo, gerundivo di stupire, indica a sua volta qualcosa di mirabile, di miracoloso.
“Lo stupido papavero” è una citazione di Giuseppe Parini usata per introdurre a un diverso significato: niente a che vedere con il quoziente d'intelligenza del fiore, ma stupido in quanto
materia prima dell'oppio, e cioè di uno stupefacente: altro modo, quest'ultimo, per indicare qualcosa che rende attoniti, stupefatti, ma che da qui ha preso a indicare sostanze tossiche che provocano ebbrezza, stupore, narcosi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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