Quando non è usata come esclamazione vuota e un po' snob, si tratta di una parola bella e completa, che esprime significati altissimi attinenti soprattutto alla sfera spirituale e artistica. La bellezza, il sentimento, l'animo sono sublimi quando raggiungono livelli eccelsi, non superabili, supremi. In estetica, per il pensiero neoplatonico, il sublime è quella misteriosa proprietà dell'arte di indurre uno stato d'estasi. Sublimare, che da sublime deriva, è appunto innalzare ai livelli massimi di altezza, onore e spiritualità.
Se il latino sublimis ha la diretta paternità della parola italiana, addentrarsi nell'etimologia è più arduo. La maggior parte degli autori antichi e moderni la fa risalire a sub=sotto e limen=soglia, porta, e cioè “sotto la soglia più alta” (Treccani); ma viene da osservare: se sublime indica l'altezza più elevata, che cosa c'entra quel “sub”? Più senso avrebbe supra=sopra limen, e cioè sopra, oltre ogni soglia: ma la parola esclude chiaramente questa derivazione, perchè sopra e sotto sono due concetti ben diversi. Qualcuno (Zingarelli, Deli) pensa a qualcos'altro: sempre sub, ovviamente, come prefisso, e poi limus, che significa obliquo; il significato sarebbe quello di un salire obliquamente, dal basso verso l'alto, come uno sguardo estatico. Interessante il pensiero riferito dal Cardinali Borrelli: una parola ibrida con il prefisso latino sub e “qualche parola esprimente il cielo”, come “in teutonico e isvedese himmel, in olandese e fiammingo hemel, in danese himeln”. Insomma: proprio fin sotto il cielo.
Strano parente di Sublime è l'aggettivo Subliminale, usato soprattutto in fisiologia e in psicologia per indicare qualcosa che resta al di sotto della soglia di percezione, una sensazione sotto il livello di coscienza; concetto e parola legati anche ai mondi della pubblicità e della propaganda commerciale e politica. Si tratta di una voce moderna della quale ancora nell'Ottocento non vi è traccia nei dizionari. E' curiosa la derivazione. Il termine subliminale viene attribuito al parapsicologo britannico Frederic William Myers, che lo coniò ad uso delle sue ricerche: va notato che in questo caso l'etimologia sub-limen, sotto la soglia, calza a pennello.
Piuttosto, si tratta di un va-e-vieni linguistico. Sublime è stato importato, identico, nella lingua inglese; e in inglese nasce Subliminal, che quindi arriva solo di ritorno all'italiano, quando questo ne sarebbe la patria a pieno titolo.
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