Quando mi dicono: «Io leggo solo su carta» devo sempre trattenermi dal mandarli a quel paese. Loro, i lettori romantici, quelli che non riescono a compiere il gesto più semplice e più naturale del mondo e cioè usare un lettore di ebook. Faccio sempre finta di capirli e, sotto sotto, approvarli ma invece mi fanno montare il sangue agli occhi. Poi ci sono quelli che rilanciano, impietosi: «Io leggo solo su carta e non compro libri on line» e va bene, e allora leggi poco e male. Leggi solo quello che trovi dal tuo povero libraio sovraffollato. Se non lo trovi, lo ordini e aspetti; e se è fuori catalogo speri che la ristampa esca presto. Contento così? Ottimo, basta che non cerchi pure di convincermi che tutto ciò abbia un minimo di senso. Tra le due fazioni è tutto uno scambio d'accuse reciproco. «Risparmio di spazio, di alberi e velocità massima di acquisto» dicono gli uni. «Il tatto, l'oggetto, il frusciare delle pagine e l'odore della carta!» rispondono gli altri. E nel mentre gli uni accusano gli altri di essere snob. Se fossimo interessati agli aspetti di costume, la domandona definitiva sarebbe: «È più snob leggere solo libri di carta o solo ebook?». Argomento ghiotto giusto per chi intenda fare satira sulle varie snobberie (già soltanto con il sintagma «l'odore della carta» si possono elaborare infinite varianti di battute e calembour, dalla più raffinata alla più gretta), ma non è su quello che dovrebbero concentrarsi gli sforzi degli editori del ventunesimo secolo. Loro dovrebbero cominciare finalmente a fare sul serio, giusto per non gettare nell'indifferenziata le formidabili occasioni fornite dal formato digitale. Vis-à-vis, la quasi totalità degli editori (e dei responsabili del settore digitale) si avvicinano all'argomento con una sfiducia e un disfattismo confinanti con l'Alto Tradimento e meritevoli di una condanna davanti alla Corte Marziale della Letteratura.
La soluzione è però davanti a tutti, chiara e lampante come la lettera rubata di Edgar Allan Poe, e sta racchiusa in un concetto semplicissimo: differenziazione.
Diamo per scontato una volta per tutte una serie di cose e cioè che: non si sta svolgendo alcuna gara tra i libri di carta e quelli digitali; ormai è già tanto se un libro di carta riesce a raggiungere gli scaffali di una libreria; nel giro di un mese o due quel libro è destinato a essere sostituito da un suo omologo appena uscito mentre la versione ebook - piaccia o no - è sempre disponibile. Cerchiamo poi di combinare questi dati e vedremo che presto compreremo su carta solo i libri nuovi, mentre quelli che ci siamo persi li scaricheremo dal nostro negozio digitale preferito. Vedremo anche che presto il dilemma «carta o ebook» non ce lo porremo più perché certi titoli li troveremo solo in un modo o nell'altro. È però necessario che gli editori si buttino nell'impresa con convinzione e serenità, che si decidano a fare uscire ebook fatti bene e non parenti poveri del cartaceo e che si sbrighino a far firmare dei contratti di edizione digitale alle centinaia di autori dei loro cataloghi. Fare una ristampa cartacea è uno sforzo a volte superiore ai risultati che si possono ottenere, si cerchi dunque almeno di sfruttare l'opzione digitale, che è qui tra noi proprio per rimettere in circolazione i libri con il minimo di spesa.
E ai lettori romantici quelli che sniffano i libri, dico: il naso potete metterlo dove meglio credete, ci mancherebbe, ma smettetela per favore di
farne una grande questione, perché non lo è affatto. È soltanto una posa autocompiaciuta che rischia di mettere in serio pericolo un'evoluzione virtuosa dell'universo-libro.*direttore della collana di ebook Laurana Reloaded
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