Le Saline di Trapani e lo spettacolo dei mulini a vento

Dalla lavorazione del sale ai paesaggi surreali. Ecco come le Saline di Trapani attraggono ogni anno diverse migliaia di turisti

Le Saline di Trapani e lo spettacolo dei mulini a vento

Uno dei luoghi più visitati della Sicilia in cui è possibile coniugare storia (con un tuffo nel XII secolo) e contemporaneità. Si tratta delle Saline di Trapani e Paceco che rappresentano uno dei paesaggi più suggestivi della costa occidentale della Sicilia, nonché fulcro dell’economia del territorio trapanese con le attività dedicate all’estrazione e alla lavorazione del sale.

Storia delle Saline

Mulino delle Saline

Le Saline si estendono su circa mille ettari di terreno arrivando fino alle vicine città di Marsala e Mozia. Di origine fenicia, la loro presenza è documentata dal XII secolo, periodo in cui la Sicilia era dominata dai Normanni. In quegli anni la produzione del sale era monopolio di Stato. Con l’arrivo degli aragonesi è stata invece istituita la gestione in forma di proprietà privata. Negli anni successivi, soprattutto sotto la guida della corona spagnola, l’attività della produzione del sale ha raggiunto i massimi livelli facendo divenire Trapani il porto commerciale più importante. La gestione privata è stata dominante anche dopo l’Unità d’Italia. Solo tra la prima e la seconda guerra mondiale l’attività ha subito dei duri colpi.

Durante il secondo conflitto, in particolare, si è fatta strada anche la concorrenza straniera. Si è dovuto aspettare fino al 1995 per vedere rifiorire il porto trapanese. In quell’anno infatti la Regione Siciliana ha affidato la gestione dell’area e delle annesse attività di salicoltura, al WWF. Da allora, sono stati recuperati e restaurati gli impianti abbandonati e il sale marino prodotto è stato inserito nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani riconosciuti dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Ma non finisce qui. Questo prezioso elemento ha ottenuto il riconoscimento del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) con il nome “Sale marino di Trapani”.

Le attività di estrazione del sale

Lavoratori nelle Saline

Estrarre il sale dall’acqua di mare è un’attività complessa ma meccanica. Tutto avviene secondo una specifica sequenza che ha la funzione di separare il cloruro di sodio da tutte quelle impurità che fanno male alla salute (come carbonati e solfati). Proprio per questo motivo lungo l’area delle Saline ci sono più vasche: ognuna con una specifica funzione. La prima è quella in cui entra l’acqua di mare e, pertanto, ha un colore molto più intenso rispetto alle successive. Un tempo era il mulino a pompare le acque nelle vasche grazie all’energia eolica. Oggi si usano dei sistemi elettrici. Da una vasca all’altra il sale diviene sempre più puro fino all’ultima fase, quando viene cumulato agli argini e coperto da tegole che hanno lo scopo di renderlo privo di umidità e proteggerlo. Dopo l’essiccazione si può passare alla vendita.

Il fascino dei mulini, il tramonto e i fenicotteri rosa

Tramonto nelle Saline

Le Saline di Trapani rappresentano una “tappa obbligatoria” per chi visita la Sicilia Occidentale. Sono diverse migliaia le foto dei turisti che immortalano quest’area. Dall’imponenza dei mulini a vento, alle vasche dove si lavora il sale, fino a più di duecento specie di volatili: tutto contribuisce a creare un atmosfera surreale nella quale perdersi in un grande senso di pace. Il tramonto poi è un vero e proprio momento di magia. È in questo momento infatti che mulini, la cui base è costruita con conci di tufo di Favignana intonacati con malta a base di cemento pozzolanico, riflettono le loro pale di legno nelle acque del mare.

Il cielo si riflette sulle vasche rosee assumendo lo stesso colore e il paesaggio circostante si tinge delle stesse sfumature. La ciliegina sulla torta è rappresentata poi dai fenicotteri rosa che fanno sosta negli spazi più umidi prima di mettersi in viaggio per la riproduzione. C’è poi il Museo del Sale che si trova a Nubia, frazione del comune di Paceco.

Il museo si trova dentro un baglio seicentesco chiamato “Casa Salaria”. Lì dentro è possibile vedere tutti gli antichi strumenti utilizzati per la lavorazione del sale ed è possibile comprare anche questo pregiato prodotto.

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