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Donatien Alphonse François De Sade, detto Il Marchese De Sade, nacque nel 1740 a Parigi da una famiglia aristocratica e perciò, all'età di quattordici anni, fu iscritto alla scuola militare (riservata ai figli della più antica nobiltà). Nominato sottotenente a soli quindici anni, partecipò alla guerra dei Sette anni contro la Prussia, distinguendosi per il coraggio e per la sua propensione all'eccesso. Nel 1763 venne congedato col grado di capitano e iniziò a condurre una vita all'insegna della dissolutezza e del divertimento più sfrenato.

Costretto dal padre a sposare la ricca Renee Pelagie de Montreuil, il marchese De Sade continuò a mantenere lo stesso stile di vita precedente alle nozze. A testimoniare questa sua inclinazione, ci furono i diversi soggiorni in prigione, dovuti a diversi comportamenti poco consoni. Una volta, subito dopo le nozze, venne incarcerato per “comportamento oltraggioso” in un bordello; a seguire, venne messo ihn prigione, per aver rapito e torturato una donna.

Tornato in libertà, si diede nuovamente alla vita sfrenata, organizzando feste e balli nella sua tenuta di La Coste e iniziando a viaggiare in compagnia dalla sorella più giovane della moglie, Anne, di cui si innamorò e con la quale ebbe una relazione sessuale.

Nel 1772, anno in cui venne rappresentata per la prima volta una sua opera teatrale, venne accusato di avvelenamento a delle donne, con le quali stava intrattenendo rapporti sessuali assieme anche al domestico Armand. Riuscì a scappare in Italia, ma condannato a morte in contumacia, venne arrestato dalle milizie del re di Sardegna e rinchiuso nel carcere di Milano.

Dopo cinque mesi di reclusione riuscì a evadere e, dopo altri anni di orge, scandali e viaggi, venne arrestato a Parigi, dove iniziò a scrivere opere teatrali e romanzi.

Venne trasferito alla Bastiglia dove scrisse Le 120 giornate di Sodoma e Le sfortune della virtù. Nel luglio 1789, dieci giorni prima della presa della Bastiglia, venne trasferito in un manicomio.

Dopo un anno, gli venne ridata la libertà e tornò a vivere con la moglie, che stanca delle sue violenze, lo abbandonò assieme ai figli. Il Marchese si legò allora a Marie Constance Quesnet, una giovane attrice che gli rimarrà accanto fino alla fine.

Tentò di far dimenticare le proprie origini nobili militando nel gruppo rivoluzionario del suo quartiere, ma non vi riuscì e, nel 1793, venne arrestato e condannato a morte. Per un errore amministrativo, però, venne "dimenticato" nella sua cella e riuscì a evitare la ghigliottina e ad essere liberato nell'anno seguente.

Nel 1795 vennero pubblicati La filosofia nel boudoir, La nuova Justine e Juliette. Venne accusato dalla stampa di essere l'autore dell'"infame romanzo" Justine e, senza alcun processo, ma soltanto con una decisione amministrativa, nel 1801 venne internato nel manicomio di Charenton. A nulla varranno le sue proteste e le sue suppliche e, giudicato pazzo, ma perfettamente lucido, qui trascorrerà gli ultimi 13 anni della sua vita.

Morì nel 1814, all'età di 74 anni.

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