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Friedrich Nietzsche è nato a Röcken, (Sassonia), nel 1844. La sua infanzia fu segnata subito dalla morte del padre, quando Nietzsche aveva solo 5 anni. Poco più che adolescente entrò nella scuola di formazione alla vita clericale. Eccelleva negli studi religiosi, nella letteratura tedesca e negli studi classici. E' in questo periodo che il filosofo iniziò a soffrire di emicrania, che l'accompagnerà poi per tutta la vita.

Laureatosi in Teologia e Filologia, Nietzsche abbandonò le scienze teologiche, si dedicò alla filosofia e rimase influenzato da Il Mondo come Volontà e Rappresentazione di Schopenauer.

Chiamato nell'esercito, Nietzsche dovette presto abbandonare la vita militare a causa dei suoi problemi di salute, che gli impediranno in seguito anche di lavorare a lungo come infermiere durante la guerra franco-prussiana.

A Basilea conobbe Richard Wagner; alla sua musica fu poi dedicata la seconda parte di La nascita della Tragedia. Diventato ben presto celebre, Nietzsche riuscì a convincere il governo a finanziare la costruzione del teatro di Bayreuth, costruito per rappresentare l'opera di Wagner. Ma, con sua grande disperazione, l'opera di Wagner L'Anello del Nibelungo, eseguita per l'Imperatore, non gli piacque e lo spinse ad abbandonare l'amicizia con Wagner e la cultura prussiana.

La vita di Nietzsche fu segnata anche da un altro avvenimento drammatico: il rifiuto della fidanzata, Lou Andreas-Salomé, alla sua proposta di matrimonio che portò il filosofo a restare da solo per il resto della vita.

Si dedicò agli studi e ai viaggi (molti in Svizzera e Italia), durante i quali scrisse molto.

Nel sua prima opera pubblicata, La nascita della Tragedia, Nietzsche sottolineò la natura degli esseri umani, soggetti a istinti dionisiaci (desideri inconsci, impulsi, o in maniera preponderante tendenze autodistruttive), ai quali i greci si opposero il principio apollineo di sobrietà e le motivazioni a tali pulsioni distruttive. Questi principi diventarono poi il centro delle sue opere successive: il Dionisiaco e l'Apollineo, uno il principio del caos, del sogno e dell'ebbrezza, l'altro dell'ordine e del prestito della forma.

Nietzsche affermò che i Greci avevano teorizzato il rapporto dei due principi, in cui l'arte è una illusione voluta ed è composta da entrambi e quindi offre il punto di vista sulla vita, che pertanto, diventa riconoscibile come inconoscibile nei termini di una verità ultima, come proposto da una metafisica idealistica.

Una delle opere più importanti del filosofo tedesco è Così parlò Zarathustra, al cui centro c'era la nozione di volontà di potenza, l'eterno ritorno, il nichilismo radicale e il concetto di “superuomo”, che rifiuta la fede e la morale sul presupposto che "Dio è morto", o che il suo ruolo nello sviluppo umano si è concluso poco dopo la creazione. Nietzsche credeva nella necessità, all'interno di una società ideale, di formare la propria moralità al di fuori della morale religiosa.

La sua opera più influente, La Volontà di Potenza, influenzò il pensiero filosofico di molti pensatori successivi. La volontà di potenza era, secondo Nietzsche, il senso dell'essere, la vita intesa come forza espansiva e autosuperantesi. La molla della vita non è, quindi, la ricerca del piacere o l'istinto di sopravvivenza, ma la spinta all'autoaffermazione e all'autopotenziamento.

La volontà di potenza si incarna quindi nel superuomo, che è “oltre” perché supera l'uomo passato e perché la sua essenza è il continuo superamento di sé, continua autocreazione della vita.

La produzione di Friedrich Nietzsche si concluse nel 1889 a causa di un crollo mentale, che lo portò al ricovero in manicomio e, in seguito, a casa.

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