Sherlock Holmes in mostra con il manoscritto dei misteri

Dopo dieci anni di attesa, il dottor Watson ottenne da Sherlock Holmes il permesso di rendere noto il caso per il tramite del solito... Arthur Conan Doyle. «Oggi non può più fare danni», mormorò il re dei detective privati. Il caso era The Adventure of the Illustrious Client . Un criminale austriaco, il barone Adelbert Gruner, ha soggiogato Violet de Merville, giovane figlia di un generale, convincendola a sposarlo. Sarà Kitty Winter, una ex amante del barone, a dare una mano all'investigatore nel risolvere il caso (con metodi piuttosto drastici, fra l'altro, e con vendetta tipicamente femminile).

Non sarà l'avventura migliore della coppia di inquilini del 221B di Baker Street, dal punto di vista del pathos e dell'intreccio, ma questa storia oggi, a pochi giorni dall'apertura della mostra «Sherlock Holmes. The Man Who Never Lived And Will Never Die» (Museum of London, dal 17 ottobre al 12 aprile) funziona come eccellente promozione. Infatti il manoscritto originale sarà esposto per la prima volta in pubblico proprio in questa occasione. Alimentando, per così dire, un giallo nel giallo, che riguarda l'identità del misterioso committente dell'indagine. Sapranno i visitatori rilevare qualche indizio?

Il racconto fu scritto nel 1924 e pubblicato tre anni dopo sulla rivista statunitense Collier's Weekly , per poi essere incluso nel volume The Case-Book of Sherlock Holmes . Per volontà della figlia dello scrittore, Jean Conan Doyle, morta nel 1997 all'età di 84 anni, il manoscritto era stato custodito in una cassetta di sicurezza della banca Coutts di Londra.

Dopo la scomparsa di Jean è stato dato in deposito alla Biblioteca Nazionale di Scozia, che ha sede a Edimburgo, che ora lo ha prestato al Museum of London dove potrà essere sfogliato dagli studiosi interessati a chiarire il giallo dell'ignoto cliente. Effetto del referendum o semplice passione per il delitto?

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