Non c'è pace per Roberto Saviano. A giugno i giudici italiani, corte di Cassazione, hanno messo nero su bianco che nel suo libro più famoso, Gomorra (Mondadori), 10 milioni di copie vendute solo in Italia, c'erano dei passi plagiati da articoli di giornali locali del gruppo editoriale Libra. Pochi ma c'erano. La corte ha in quel caso ridotto ai minimi termini la responsabilità economica di Saviano, e del suo editore, per il plagio ma lo ha determinato in maniera definitiva. Come spiega la sentenza, già nei precedenti gradi di giudizio c'era stato «un analitico ed approfondito esame dei brani riportati nel romanzo Gomorra arrivando alla conclusione che riguardo a tre dei sette brani riportati vi è stata una illecita appropriazione plagiaria degli stessi in quanto in questi casi il romanzo riportava quasi integralmente gli articoli in questione». Sui media italiani non è che ci sia stata grande eco per la notizia, anzi. Invece negli Usa, dove la recensione dei libri è spesso molto analitica e pignola, è un giornale on line, e non un tribunale, a «bacchettare» Saviano. Ieri il Daily Beast , uno dei siti web più visitati al Mondo, in un articolo a firma Michael Moynihan titolava così: «Il problema col plagio dello scrittore di mafia Roberto Saviano». L'articolo, dopo aver citato la sentenza italiana e l'indifferenza con cui Saviano se l'è lasciata alle spalle, è invece dedicato al secondo libro dell'autore, ZeroZeroZero (Feltrinelli), dedicato al narcotraffico sudamericano (negli Usa il volume è uscito a inizio estate). La recensione non è per niente buona. La stroncatura letteraria prende poche righe: « ZeroZeroZero è un pasticcio di libro, una serie di storie in cerca di una narrativa coerente, dove a eventi globalmente insignificanti è assegnato un grande significato storico, e tutti gli altri fatti sono sempre gonfiati e sovraccaricati nella scrittura».
Più interessante che il libro venga considerato «incredibilmente disonesto». Nell'articolo viene elencata una serie piuttosto lunga di «copia e incolla» che non farebbero proprio onore a quella che dovrebbe essere letteratura d'inchiesta. A essere onesti qualche dubbio sul livello dell'«inchiesta» era venuto anche in Italia. Ne avevamo scritto in queste pagine parlando di echi da Wikipedia e il professor Federico Varese sulla Stampa (nell'inserto Tuttolibri ) aveva segnalato un passo che sembrava ripreso pari pari dall'enciclopedia on line. Questi riscontri, sommersi dal coro sperticato di elogi che di solito accompagna ogni atto di Saviano, sono passati in cavalleria. Ma il Daily Beast, sfruttando le fonti in loco, ha localizzato molte altre «anomalie». Passi relativi alla banda di narcotrafficanti Los Zetas attribuiti «alle fonti privilegiate di Saviano» verrebbero dritti dritti da Wikipedia .
Poi ci sarebbero, e questo farebbe il paio con il precedente di Gomorra , le appropriazioni senza segnalazione di articoli scritti da giornalisti meno famosi, soprattutto di testate Usa. Ora che ZeroZeroZero è stato tradotto in inglese, le somiglianze balzano all'occhio. Giusto per fare un esempio, la storia tragica di Christian Poveda, un regista franco-spagnolo ucciso in Salvador, sarebbe ripresa in blocco ma senza citazione alcuna da un reportage del 2009 del Los Angeles Times della corrispondente Deborah Bonello. Il paragone lascia basiti. Decine di righe in cui al massimo cambia l'ordine delle parole o c'è qualche guizzo di colore a cercare di fare la differenza.
Michael Moynihan ha provato a chiederne conto a Saviano che ha parlato di coincidenze e del fatto che lui e la Bonello hanno lavorato sulle stesse fonti. La Bonello ha spiegato che la fonte del suo articolo era un'intervista al regista morto (difficile avere accesso alla stessa fonte senza una seduta spiritica). Moynihan, insospettito, ha trovato decine di altre similitudini. Un passo che secondo lui verrebbe pari pari dal giornale salvadoregno Il Faro (senza citazione alcuna dell'autore). Altri passi da reportage di Robert I. Friedman (che non viene citato ma solo ringraziato per la sua «visione»). In tutti i casi Saviano ha negato le somiglianze, a quanto scrive Moynihan. O al massimo ha abbozzato spiegando di nuovo che le fonti erano le stesse. Seguono altri passi che hanno delle somiglianze con articoli del St. Petersburg Times . Poi ci sarebbe la «clonazione» più significativa. ZeroZeroZero finisce con il racconto dell'omicidio del giornalista messicano Bladimir Antuna García per mano di una gang legata al narcotrafficante El Chapo. Un racconto che pare cannibalizzato da un rapporto del 2009 del Committee to Protect Journalists (il giornale americano lo allega in pdf come prova). Citazioni della fonte? Zero.
Per carità c'è differenza tra le somiglianze scovate da un giornalista e l'accertamento fatto da un tribunale. Ma i pezzi messi a confronto sono davvero tanti. E, per di più, a scatenare l'irritazione negli Usa è il fatto che Saviano è famoso per i suoi pistolotti, in cui spiega che il vero giornalista deve andare sul posto e non può fare le inchieste seduto al computer e usando Google... Quello che ha fatto saltare definitivamente la mosca al naso di Moynihan sono le interviste a personaggi che Saviano garantisce come «assolutamente reali». Come il paramilitare Ángel Miguel, membro dei cattivissimi Kaibiles del Guatemala, che Saviano avrebbe contattato in Italia. Moynihan confronta il racconto di Miguel con un reportage del 2005 pubblicato su Notimex dal giornalista messicano José Luis Castillejos. Altre strane somiglianze. Come mai si chiede?
Ce lo chiediamo anche noi. Nelle risposte che Saviano gli manda via mail e Moynihan pubblica è difficile raccapezzarsi. Sembra di capire che Saviano si conceda un po' di “fiction” e che, secondo lui, sia ovvio che il lettore lo sappia. Ma lo sa davvero? E tutti i saccheggiati del loro pericoloso lavoro di inchiesta? Dovrebbero dire grazie di essere stati nobilitati, ma anonimamente, da un bel romanzo civile? Negli Usa è una cosa incomprensibile. Non sanno che qui in Italia si può essere riconosciuti maestri del copia e incolla come Umberto Galimberti e cavarsela con solo un richiamo formale della propria università. Oppure farsi pizzicare come Corrado Augias a copiare dal web e veder finire tutto in gloria. E c'è da scommettere che anche questa volta al di qua dell'Oceano, non se ne parlerà tanto. Anzi forse se ne parlerà zero, zero, zero. Perché in italia agli iscritti al club dei «ripubblica» si scusa tutto.
PS. I riscontri diretti sul testo si possono fare solo tra gli articoli originali in inglese e la versione del libro in inglese. Per questi rimandiamo alla corposa documentazione reperibile sul sito del The Daily Beast .
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