L’altro volto della Sicilia. Quello che, lontano da scandali e stereotipi, vuol rilanciare l’immagine di un turismo internazionale e colto. Il palcoscenico è quello di San Vito Lo Capo, una delle mete turistiche più pop del Trapanese, a due passi dalla mitica riserva dello Zingaro e a un tiro di schioppo dalle assolate Egadi. Proprio qui si è appena conclusa una delle code estive più interessanti per l’identità storico-gastronomica italiana che in quest’angolo della Trinacria nordoccidentale vede radicatissima la tradizione mediorientale del cous cous. Il piatto a base di semola tipico del nordafrica a San Vito è protagonista da 15 anni di un grande festival che vede partecipare chef da tutto il mondo e che riaccende il turismo in grado di riempire gli alberghi anche in un periodo di bassa stagione. «Quest’anno - gongola il sindaco Matteo Rizzo - sono stati oltre 250mila i visitatori e i curiosi». Merito certo di un’amministrazione che ha creduto e investito in un progetto di eccellenza e sana integrazione etnica che quest’anno ha visto primeggiare, nella gara tra i vari Paesi, la Francia rappresentata dalla chef Alice Delcourt. Ma merito, ovviamente, di un’organizzazione in grado di attirare sponsor e che anche quest’anno si è affidata alle mani esperte del giornalista Paolo Marchi, il noto critico gastronomico fondatore del network “Identità Golose“. Proprio Marchi ha quest’anno dato un valore aggiunto alla kermesse alzando il tono tecnico e coinvolgendo estrosi chef internazionali che hanno saputo reinventare un piatto popolare come il cous cous arricchito di fantasia e contemporaneità. La finale del festival ha visto correre gli chef di nove paesi di tutto il Mediterraneo - Costa d'Avorio, Egitto, Francia, Israele, Italia, Marocco, Senegal e Tunisia - che hanno dato sfoggio di grande creatività spaziando dalla terra al mare fino ai prodotti e agli aromi a kilometro zero. Il titolo, per la seconda edizione consecutiva, è andato alla Francia grazie ad una ricetta di cous cous con agnello brasato con cipolle al miele, uvetta, mandorle e spezie, preparata dalla chef Alice Delcourt, chef patron del ristorante "Erba brusca" di Milano. Ma aldilà delle decisioni della giuria, il successo di questa edizione è tutto in una festa che per quasi una settimana ha coinvolto l’intera località turistica e che ogni sera, tra degustazioni in piazza e stand di prodotti locali, culminava con grandi concerti all’aperto di personaggi del calibro di Goran Bregovic, Fiorella Mannoia, Edoardo Bennato e Mario Venuti. Tra le migliaia di «turisti di ritorno» che hanno invaso le stradine di San Vito, nutrita la presenza di stranieri a conferma che il turismo, quando gestito in maniera intelligente e creativa, può offrire risultati inaspettati anche nei periodi di crisi. E i numeri del cous cous festival sono stati quest’anno degni di un record: nel corso della Rassegna sono stati venduti oltre 38mila ticket di degustazione, oltre 10 mila litri di vino siciliano sono stati consumati al villaggio gastronomico, insieme a 2 mila litri d'olio, 6 tonnellate di semola di grano duro e quasi 40 mila porzioni di dolce siciliano tra cassatelle, cannoli e sfince. «Siamo molto orgogliosi di questo risultato - ha detto il sindaco Rizzo - che conferma il Cous Cous Fest come uno degli eventi di maggiore rilievo nel panorama nazionale. La manifestazione ha un'identita' forte, la sua fama sempre crescente attira turisti da tutto il mondo. Gli ingredienti su cui si basa sono semplici: integrazione, pace e amicizia che creano a San Vito Lo Capo un'atmosfera speciale». Al sindaco fa eco Paolo Marchi che, in qualità di presidente della giuria tecnica, ha voluto sottolineare il valore simbolico di un piatto ricco e versatile: «In questa cittadina il Cous Cous Fest, con i suoi cento volti e i milioni di sorrisi, permette a tutti di capire quanto è vivo e profondo il mondo, profumato da questa bontà che la cucina creativa contemporanea ancora sfiora.
Ho colto uno spirito allegro e un impegno diffuso perché la stagione turistica duri il più a lungo possibile, tanto per sfatare tanti luoghi comuni sul Meridione d'Italia. Ci sono posti al Nord che dovrebbero andare a lezione dai sanvitesi. Qui si vive e altrove si vivacchia, che è un po' morire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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