Laura Gigliotti
SantAndrea della Valle, San Carlino alle Quattro Fontane, SantIvo alla Sapienza, SantAgnese in Agone, SantAndrea delle Fratte sono alcune delle chiese romane in cui si esprime il genio di Borromini. Nato nel Canton Ticino, profondo conoscitore dellarte gotica, dellantico e dellopera di Michelangelo, Francesco Castelli detto Borromini (1599-1667), a Roma dal 1619 realizzerà, in contrasto con gli orientamenti prevalenti del suo tempo che gli valsero la famosa polemica con Bernini, una serie di capolavori che hanno influenzato larchitettura mondiale fino a oggi.
Il volume «Le cupole di Borromini. La scientia costruttiva in età barocca», di Federico Bellini, che si avvale di un ricco corredo fotografico e di bellissimi disegni, è stato presentato allAccademia del Lincei da Paolo Portoghesi, Giovanna Curcio, Christoph Luitpold Frommel e Elisabeth Kieven. Affronta lo studio dellopera di Borromini riservando unattenzione particolare agli elementi voltati, chiaro riferimento alle cupole romane, fra i punti più rimarchevoli della città.
Cupole che dallesterno si vedono appena o sono percepite come una lanterna, che non saltano allocchio, sorprese inaspettate, reminiscenze di motivi antichi. Lo stesso incanto che comunicano gli interni. Frutto dei suoi artifici è il sottile malessere che si avverte nel sentirsi immessi in spazi di cui non si comprende lequilibrio, ricorda la Kieven. Uno degli aspetti più affascinanti di Borromini è legato alluso della simbologia. La croce rossa e blu su fondo bianco e i tre cerchi intrecciati di San Carlino alludono alla spiritualità dei committenti, i trinitari scalzi, mentre nellincantevole SantIvo alla Sapienza triangoli e cerchi hanno un evidente significato sapienziale.
Nella prima parte del libro vengono definiti i caratteri della «scientia» costruttiva barocca secentesca e le sue radicali differenze con la nascente scienza moderna, i princìpi specifici della personalissima scientia statica di Borromini che ha caratteri di profonda originalità, quindi i modi progettuali borrominiani e il sofferto rapporto dellarchitetto con i due caposaldi della cultura razionalistica rinascimentale, limitazione della natura e dellantico. Secondo lautore Borromini appartiene a un mondo precedente alla grande cultura sperimentale, quella di Galileo e Cartesio.
Federico Bellini, «Le cupole di Borromini», pagine 313, 48 euro, Electa.
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