Dalle danze nel fuoco ai duelli tra i clown. Ma quanta "Alegría" con il Cirque du Soleil

Acrobati e cantanti: in scena 54 artisti. Lo show racconta la storia di un regno

Dalle danze nel fuoco ai duelli tra i clown. Ma quanta "Alegría" con il Cirque du Soleil
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Serviva una nuova definizione, perché quello che va in scena nel tripudio di colori e di effetti speciali, di grande acrobazia e giochi di luci, di trasformismo e narrazione sofisticata sotto il nome di Cirque du Soleil non è semplice «circo». E dunque «nouveau cirque», nuovo circo è il marchio di fabbrica per spiegare una macchina perfetta dove ogni cosa scocca puntuale e dove non è più la segatura sulla pista, ma la scenografia avveniristica, la cifra per spiegare uno show che non è esagerato definire mondiale. Soprattutto perché dal 1984 quando fu pensato e progettato da un giovane mangiafuoco francese di nome Guy Laliberté il Cirque du Soleil è diventato un bellissimo «mostro» da cinquemila dipendenti, capace di portare i suoi spettacoli in tutti e cinque i continenti, ipnotizzando 400 milioni di spettatori. Da domani al 2 giugno il Cirque torna in Italia - a Milano in uno spazio costruito ad hoc battezzato The Grand Chapiteau, in viale Italia a Sesto San Giovanni, un'arena sotto tenda da 2.500 posti con uno degli show più celebri della sua storia: «Alegrìa» (orari vari, biglietto 174,80-51,70 euro, info www.cirquedusoleil.com).

Dal suo esordio nel 1994 fino al 2013 «Alegrìa» ha richiamato 14 milioni di spettatori, dal 2019 a oggi - quando è tornato in scena riveduto e corretto - ne ha raccolti altri tre milioni, viaggiando per 46 paesi in 25 anni, toccando più di 255 città. Insomma, una reazione che ha fatto la storia dello spettacolo internazionale. «Una celebrazione di trasformazione, energia e rinascita» è stato definito lo show (curato dal direttore artistico Rachel Lancaster e fornito di un sottotitolo che ne spiega la nuova vita: «In a New Light») che comprende acrobazie mozzafiato, scenografie spettacolari, danze nel fuoco, tempeste di neve, duelli tra clown, costumi immaginifici e una colonna sonora dal vivo che è stata candidata ai Grammy Awards ed è rimasta in vetta alla Billboard World Music Chart per 65 settimane. Sono cinquantaquattro gli artisti coinvolti, tra acrobati, clown, contorsionisti, musicisti e cantanti provenienti da 25 paesi diversi come Germania, Venezuela, Ucraina, addirittura Mongolia. Per trovare un italiano bisogna andare alle luci (che comunque sono un elemento fondamentale di questa macchina sontuosa): si tratta del responsabile del settore Stefano Visentin. E come il «nuovo circo» francese promette e mantiene, lo show non offre una mera sequenza di numeri comici e di virtuosismo, bensì aggiunge una trama. Anzi, una vera e propria storia, che narra di un regno che ha perso il suo re e si ritrova diviso tra la nostalgia per l'ordine di un passato «dorato» (rappresentato da una élite aristocratica tronfia e grottesca) e il desiderio di un cambiamento (sognato da giovani ribelli che, in fondo, rappresentano una «resistenza»), nell'eterno gioco umano e politico che ha segnato la storia dell'umanità. Non a caso un giullare ambizioso di nome Mr. Fleur, un buffone di corte, tenta di salire al trono dopo la morte del re legittimo, alle spese del popolo.

Ma gli angeli guardano dall'alto, e avranno un ruolo per ristabilire la giustizia.

E se il mondo là fuori non perde occasione di procurare angosce assortite e interrogativi sul futuro, sotto il tendone del Cirque du Soleil per adulti e bambini il destino è scritto: tornerà l'armonia, e sarà colorata e piena di musica.

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