Una nuova Darsena ancora più verde. La Lega ha presentato un progetto di riqualificazione dell’ex porto di Milano, che prevede un vero e proprio bosco lungo gli argini. Una ventina di esperti, coordinati dall’architetto Marco Giachetti, si è messo al lavoro per regalare al Comune una proposta per la «valorizzazione e il recupero della Darsena, che educa al recupero dei valori identitari della città». «Visto che il Comune non brilla per velocità - premette Igor Ghezzi, giovane segretario provinciale - nonostante i consulenti di cui si avvale, abbiamo pensato di regalare all’amministrazione un progetto minimale, semplice e velocissimo da realizzare». Ma a difesa del palazzo interviene Maurizio Cadeo, assessore all’Arredo: «Il progetto della Lega non mi sembra molto diverso da quello elaborato dall’ufficio arredo del Comune».
Non solo, la Lega si è data anche al fund raising e ha trovato uno sponsor, una multinazionale il cui nome rimane avvolto nell’ombra, che sarebbe molto interessata a finanziare il restyling. Che le tasche di Palazzo Marino siano pressoché vuote, infatti, non è un mistero, allo stesso tempo il sindaco ha indicato chiaramente la riqualificazione della Darsena come priorità dell’ultimo anno di mandato. E il tema si fa sempre più urgente: «La Darsena versa in condizioni oscene, domina la corsa al topo» scherza Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio in Comune. Nel frattempo i tecnici di Palazzo Marino stanno ultimando le verifiche per accertare se le sponde, rimaste all’asciutto per cinque anni, siano ancora in grado di reggere il peso del bacino d’acqua. «La Darsena nasce come porto - dice Salvini - ma tra le due ipotesi prospettate dal Comune, «asciutta» o «bagnata», è chiaro che noi vogliamo che la Darsena torni com’era, con l’acqua». «Ci sono due opzioni al vaglio - precisa Cadeo - e il sindaco è stato chiarissimo nel dire che la prima era quella della Darsena acquatica. Se la situazione non lo consentisse si farà una riqualificazione a verde». E i costi? Per i lumbard non rappresentano un problema, c’è il mecenate segreto: servono infatti meno di un milione di euro pubblici, compreso il restauro del mercato comunale, da integrare con l’aiuto dello sponsor.
Presto Milano potrebbe riavere un luogo dove rilassarsi all’ombra «degli alberi di Abbado - polemizza Salvini - che in piazza Duomo non ci stanno». Oltre al bosco, è prevista anche una piccola marina, una sorta di lido urbano e una passeggiata che porti al museo dei Navigli. Milano non ha fatto abbastanza per Leonardo? Ecco che sulle rive si potrebbero trovare le riproduzioni delle macchine leonardesche. Non solo, sul lido è previsto anche uno spazio per il terminale dei bateaux mouches, un’area giochi e una scuola di canoa e vela per bimbi dell’associazione Canottieri Olona.
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