De Corato: «Profughi? Già 45mila nordafricani in città, Milano ha già dato».

Il vicesindaco risponde a chi vorrebbe utilizzare le caserme di viale Suzzani o di via Saponaro per l'emergenza

"A Milano ci sono 45mila nordafricani provenienti da Egitto, Marocco, Tunisia, Algeria, Libia e Sudan. Quasi 39 mila sono i residenti regolari: nel 1980 erano 1.375. Una crescita impressionate, più 2.713 per cento". Così il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato risponde alla richiesta di accogliere in città i profughi in fuga dall'Africa. Numeri che, secondo il vicesindaco, "tradotti in pratica significano costi sociali, economici e per la sicurezza a carico del Comune sempre più alti". E poi un ulteriore impegno per il welfare in termini di assistenza sanitaria, case popolari, servizi per la scuola e la famiglia, attività di sostegno alle fragilità. Con tutti i problemi connessi alla legalità, dato che oltre 7.000 sono invece clandestini, secondo le stime del decimo rapporto dell'Orim, l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità.
"Una situazione - l'allarme di De Corato - che rischia letteralmente di esplodere a causa dei flussi incontrollati dal Maghreb. Basterebbe dire che secondo il ministro Maroni ci sono stati ben 15mila sbarchi da inizio anno, 'quasi totalmente clandestini'. E le tensioni stanno aumentando". Ieri, infatti, la via Sammartini è stata chiusa la traffico per quasi sei ore con la conseguente deviazione della linea 87 di Atm dopo che una decina di donne somale aveva bloccato la via per protesta contro l'espulsione di due connazionali da un centro di accoglienza. "E prontamente sono arrivati in sostegno i centri sociali che stanno scaldando i motori e sono pronti a soffiare sul fuoco. Tanto che oggi il centro Vittoria sarà in piazza contro la missione in Libia".
Negli ultimi dieci anni la crescita maggiore è quella degli egiziani (più 115 per cento) passati da 13.296 a 28.666. In Zona 2 l'aumento è stato del 182 per cento. A seguire i marocchini passati da 5.841 a 7.634 (più 30 per cento). Con un più 66 per cento in Zona 8. In flessione i libici diminuiti del 24 per cento (da 104 a 79). Per quanto riguarda la concentrazione, gli egiziani dominano nell'area Padova-Loreto-viale Monza (4.218) e a Selinunte (2.282). Marocchini diffusi anche a Quarto Oggiaro (474) e Lodi-Corvetto (359). Ben 29mila residenti regolari arrivano dall'Egitto. Una situazione però fortemente sbilanciata perché per il 74 per cento la popolazione è maschile. Che scende al 58 per cento tra i marocchini, dove il rapporto è il più vicino alla parità numerica tra i sessi. Tanto che nell'ultimo decennio la crescita è solo femminile (più 120 per cento) a fronte di una sostanziale stabilità di quella maschile (più 0,93 per cento).
Secondo l'ultimo rapporto Orim solo i clandestini nordafricani presenti a Milano sono 7.150, il 23 per cento di quelli totali (31.250). Marocchini ed egiziani sono le nazionalità prevalenti degli irregolari. «Milano - spiega De Corato - è una delle sole tre città di tutto il Nord (insieme a Torino e Gradisca d'Isonzo) che ha un centro di identificazione ed espulsione, quello di via Corelli, a due passi da Linate.

È il momento quindi di dislocare nuove sedi in quelle città che ancora ne sono sprovviste, preferibilmente nei pressi di aree aeroportuali, come del resto aveva suggerito il ministro Maroni, Malpensa od Orio al Serio. Non vedo perché debba essere ancora Milano a sobbarcarsi pure l'emergenza profughi. Che si parli della caserma di viale Suzzani o di via Saponaro la risposta è la stessa: Milano ha già dato».

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