Decolla il "San Siro bis". Meazza in piedi fino al 2030

Nuovo stadio, le squadre inviano l'offerta al Comune. Sala: "Gara aperta 30-45 giorni, vendita entro luglio"

Decolla il "San Siro bis". Meazza in piedi fino al 2030
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Potrebbe essere l'ultima puntata della telenovela sull'affaire San Siro. Milan e Inter hanno limato fino a sera tardi i dettagli e in queste ore il Comune dovrebbe (finalmente) aver ricevuto o sta per ricevere la Pec con il «Documento di fattibilità delle alternative progettuali», oltre 200 pagine che confermano l'intenzione di acquistare il Meazza (da demolire quasi in toto) e le aree intorno per costruire il nuovo stadio. Manca ancora un rendering vero e proprio del progetto ma secondo le ultime ipotesi lo stadio, che sorgerà nell'area compresa tra il Parco dei Capitani e l'attuale parcheggio, avrà una capienza di 71.500 posti, di cui 13mila dedicati a hospitality vip e posti premium. Spariranno cancelli e tornelli: si accederà tramite un «podio», una struttura coperta intorno all'impianto. Riconoscimento facciale per accedere. Operazione da oltre un miliardo di euro. L'Agenzia delle Entrate aveva fissato il «prezzo giusto» a quota 197 milioni. Nelle riunioni quasi settimanali che si sono tenuti negli ultimi mesi a Palazzo Marino i rappresentanti dei fondi proprietari, Oaktree per l'Inter e Redbird per il Milan, hanno trattato a lungo sui costi della demolizione.

Il sindaco Beppe Sala ha spiegato ieri mattina a Rtl 102.5 la tempistica. «La legge ci dice che una volta ricevuta l'offerta economico finanziaria dalle squadre dobbiamo fare comunque una gara ma con il presupposto che quell'area deve essere dedicata al calcio. E possiamo partire con la trattativa privata per allineare il tutto». Quindi «Ricevuta la proposta, ci prendiamo qualche giorno per esaminarla e io riferirò al Consiglio comunale. Se tutto funziona, lanciamo un bando che rimane aperto 30-45 giorni. Nel frattempo si tratterà con le squadre e l'obiettivo è di vendere lo stadio e le aree a Milan e Inter entro le vacanze estive», fine luglio è la deadline. Anche perchè è interesse di tutti, società in primis, evitare che i tempi si allunghino fino all'autunno quando potrebbe scattare il vincolo dei 70 anni sul secondo anello. Ci sarebbe solo un vincolo soft, e non automatico, qualora la proprietà passasse dal pubblico al privato. Punto già chiarito con la soprintendente.

Fino alla cerimonia olimpica del 6 febbraio 2026 il Meazza è intoccabile. «A mio giudizio - spiega Sala -, è destinato a vivere così com'è fino al 2030, quando ci sarà il nuovo stadio». Dopo bando e cessione si aprirà la Conferenza dei servizi che secondo la legge Stadi dovrà concludersi tassativamente entro 18 mesi. I club inizieranno a costruire il nuovo impianto dal 2027 e giocheranno nei tre anni di cantiere nel Meazza. «Poi lo rigenereranno, in che forma, vedremo dal piano». Dovrebbe sopravvivere la Curva Sud e la tribuna alla sua destra, una sorta di «museo-memoriale», e un anfiteatro per altre attività sportive ed eventi. Il presidente dell'Inter Giuseppe Marotta giorni fa ha sottolineato: «Confidiamo che il percorso si completi in tempi ragionevoli, per i tifosi, la città, e a beneficio del Paese che intende organizzate i Campionati Europei Uefa 2032».

«La storia dello stadio è lunghissima» ammette il sindaco. Senza rinvangare che il primo progetto sul «San Siro bis» risale addirittura al 2019 ricorda che «solo nell'ultimo anno abbiamo provato, prima della scorsa estate, a convincere le squadre a ristrutturare il Meazza. Ci hanno lavorato per alcuni mesi e hanno deciso che era troppo costoso, ma a novembre ci hanno detto che erano interessato all'acquisto dello stadio e delle aree. Sono partiti i tavoli tecnici, per esaminare vincoli acustici, distanza dalle case, verde ecc.».

Aspetta notizie anche il Comune di San Donato: il Milan ha speso 40 milioni per i terreni del nuovo stadio, sul «piano b» è partita la Conferenza dei servizi. Secondo gli ultimi rumors, l'area potrebbe ospitare invece il centro giovanile Vismara.

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