Zingari sì, tassisti in pantaloncini no; graffiti sessantottini in, scritte d'amore out. Il concetto di degrado urbano è relativo, parola di Marta Vincenzi. Nel giorno in cui il Comune di Genova ha siglato con la Soprintendenza ai Beni Paesaggistici e Architettonici un buon Protocollo d'Intesa per ripulire il centro cittadino dalle scritte che deturpano i muri pubblici e privati, il sindaco ha colto l'occasione per spiegare il suo personalissimo concetto di decoro, concedendosi - con un inno al «dipende» - un amarcord dei bei tempi andati. «Da giovane anch'io ho scritto sui muri e per terra durante le manifestazioni - ha confessato la Prima cittadina - ma almeno all'epoca facevamo scritte più belle, che andavano via dopo un po' con l'acqua piovana, e c'era maggiore attenzione per i luoghi dove si scriveva».
Insomma, come dicono le nonne, anche i graffiti «non sono più quelli di una volta» e il Sindaco «writer» si è resa conto che bisogna ripulire i tanti palazzi sfregiati dalle bombolette spray.Oltre agli 80mila euro di usuale (...)
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