Roma - Rischia la revoca della libertà Renato Vallanzasca. Per aver insultato gli agenti che lo avevano raggiunto in un albergo di Mondragone per un controllo durante una settimana di licenza. La denuncia sull'atteggiamento del "bel Renè" arriva dal sindacato degli agenti penitenziari, Sinappe, in una lettera inviata al ministero della Giustizia. Ma il fasciolo è corposo e non si limite all'episodio delle ingiurie rivolte ai carabinieri dall'ex bandito della Comasina che sta scontando la condanna a 260 anni di reclusione per quattro ergastoli.
Le accuase Comportamenti arroganti e altezzosi, minacce e insulti agli agenti della polizia penitenziaria, gravi infrazioni disciplinari, violazioni sistematiche dei regolamenti interni del carcere e delle disposizioni dei direttori. Ce ne sarebbe abbastanza per revocare, da tempo, i benefici di pena dei quali gode, ma invece Vallanzasca in carcere può permettersi di tutto, compreso l’ultimo episodio: quello della scorsa vigilia di Natale a Mondragone
L'episodio di Mondragone "Con una sorprendente quanto inaccettabile prepotenza, accompagnata dall’uso di parole oltraggiose", Vallanzasca "riferiva ai militi dell’Arma di non essere un detenuto da quattro soldi, pretendendo altresì di non essere controllato assiduamente dalle forze di polizia, in particolar modo in certi orari che potessero arrecargli disturbo". In caso contrario "la minaccia di rivolgersi ai mass media per denunciare quella che, a suo giudizio, sarebbe una forma di persecuzione".
Ora Vallanzasca (che da dicembre 2009 è detenuto a Bollate) rischia davvero la revoca dei benefici di cui gode, tra i quali quello di lavorare fuori dal penitenziario e di rientrare in cella solo per passare la notte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.