Centro e periferia, immaginare Milano: l'evento del Giornale

All’evento del Giornale del 25 settembre, i fotografi Elena Galimberti e Giovanni Hänninen raccontano attraverso i volti del territorio urbano le evoluzioni, le abitudini e le possibili proiezioni future della città

© Elena Galimberti
© Elena Galimberti

Immaginare la città del futuro con lo sguardo alla metropoli italiana che, più di altre, incarna il dinamismo delle trasformazioni urbane. Nell’ambito delle celebrazioni per il proprio cinquantenario, il Giornale continua il suo viaggio itinerante lungo l’Italia che produce, investe e sogna in grande.

Mercoledì 25 settembre, uno speciale evento organizzato dalla nostra testata racconterà "La grande Milano - Dimensione Smart City", offrendo al pubblico uno sguardo particolareggiato sulla capitale industriale e finanziaria del Paese, attraverso la voce di alcuni suoi protagonisti. Al link di seguito è possibile iscriversi gratuitamente per partecipare all'evento: https://shorturl.at/rqDxa

“Cerco di creare un dialogo con il luogo, io lo esploro, lui mi rimanda delle cose”. A darci la traiettoria per un’osservazione meditativa di Milano sono le parole di Gabriele Basilico, il fotografo che più di ogni altro seppe leggere le trasformazioni delle città. L’occasione per parlarne ci verrà dall’incontro organizzato dal Giornale il prossimo 25 settembre, al quale ho invitato due autori che indagano da anni i tanti volti del territorio urbano e, grazie al loro sguardo, ci consentono di comprenderne le evoluzioni nel tempo, le abitudini e le possibili proiezioni future. Si tratta di Elena Galimberti e Giovanni Hänninen, due linguaggi differenti per un unico soggetto: la città che ci aiuteranno a immaginare. Partendo dall’archetipo della fotografia come strumento narrativo potente, indagheremo le loro esperienze professionali e le storie visuali che hanno realizzato nel corso degli anni per documentare eventi e volti che animano le strade, i quartieri, i suoi margini esterni. E proveremo a supporre insieme i cambiamenti possibili.

Elena Galimberti
Elena Galimberti

Galimberti e la ricerca dell'elemento umano

Entrambi vengono dalla formazione in altre discipline. Galimberti ha una laurea in Architettura e ha esercitato all'estero per diversi anni, per poi rientrare in Italia e trasformare la sua passione in lavoro. Dopo un’esperienza in Expo2015 e nel successivo progetto di recupero dell’area, ha iniziato lavori sociali dedicati alla condivisione e all’aggregazione, dove la fotografia è diventata uno scandaglio per raccontare in chiave positiva la città e l’umanità che la rende viva. La sua fotocamera è strumento influente per fermare la bellezza che la circonda, puntato sulla gente con un’attenzione per quello che dal basso si può generare in ogni città.

“Ho iniziato per passione – confessa l’autrice - quando rientrai da Lisbona cercai di inquadrare non solo costruzioni, ma scorci di vita e particolari meno evidenti. La fotografia è veicolo di testimonianza legato alle persone e a come abitano gli spazi. L’elemento umano è fondamentale, sono gli individui che trasformano i luoghi vivendoli, ma se le istituzioni non realizzano infrastrutture, scuole, centri ricreativi, trasporti, non potrà avvenire nessuna crescita”.

Elena Galimberti foto 2
© Elena Galimberti

Le chiedo qualche esempio, cita NoLo, Lambrate, il quartiere Corvetto: “Lì le associazioni hanno creato alleanze, collaborano e si confrontano spinte dal desiderio di rigenerazione urbanistica e sociale. Parliamo di un’area complessa, multietnica, un tempo identificata con il degrado, che ospita aree popolari, spazi abbandonati e persone molto diverse tra loro. La sua rinascita è partita dalla riqualificazione, da buoni collegamenti, da progetti di attivazione giovanile che coinvolgono gli adolescenti… Perfino la Fondazione Prada si è collocata in Corvetto, contribuendo a trasformare la zona in uno dei siti per l’arte contemporanea”

Hänninen, uno sguardo da scienziato

Hänninen è figlio del Politecnico, lì ha conseguito un dottorato di ricerca in Ingegneria Aerospaziale e oggi insegna Fotografia per l'Architettura. Come fotografo, ha collaborato con diverse istituzioni culturali: il Teatro alla Scala, The Josef and Anni Albers Foundation e il Complesso Monumentale della Pilotta.

Giovanni Hänninen Credits Amoretti
Giovanni Hänninen (Credits Amoretti)


Le sue immagini fanno parte di collezioni pubbliche e private e i suoi progetti sono stati esposti da David Zwirner a New York, Dak’Art 2018 in Senegal, alla Triennale di Milano e alla XVII Biennale Architettura di Venezia. “Il Politecnico mi ha insegnato un modo per rapportarmi ai problemi e risolverli - dice - la fotografia è stata una folgorazione che ebbi quando mi occupavo di cose molto tecniche e un incontro con Gabriele Basilico mi cambiò la vita professionale. Feci il primo lavoro su Milano con lui e Alberto Amoretti nel 2012, che confluì in una mostra a Casa Testori.

"La Torre" da Cittàinattesa ©Hanninen
Torre attesa ©Hänninen


Lavoravo sui grandi cantieri in vista di Expo e abbiamo creato una sorta di catalogo tipologico, “Cittàinattesa”. Oggi molti di quei luoghi si sono riconvertiti e stiamo andando a raccontarne il cambiamento. Ho due lavori sulla città ai quali tengo. Il primo è un libro sull’Osservatorio Casa Abbordabile che si occupa di studiare quanto siano affrontabili i costi delle case. Si intitola “Milano per chi?”, del professor Massimo Bricocoli (ed. LetteraVentidue), uno studio che racconta l’abitare nella città. Il secondo è una piccola pubblicazione che coinvolge Università Bocconi e Politecnico sulle case popolari, per porre l’accento su quanto alcune scelte possano cambiare la qualità dell’abitare in condomini o residenze sociali. Per esempio, avere un portiere o realizzare piccoli allestimenti di aree verdi, dettagli che restituiscono alle persone l’idea di appartenenza e cura di un luogo perché lo sentono proprio. Non consideriamo solo il tema del verde, è anche questione di integrazione trasversale nel territorio. La fotografia è quasi una macchina del tempo, con la quale congeli quella visione, per parlare a un pubblico ampio, così come ho fatto durante il lockdown”.

Milano Covid San Carlo ©Hanninen
Milano Covid San Carlo ©Hänninen

Hänninen dal 2009 fotografa per la Filarmonica della Scala e documenta le città con un approccio da scienziato, osservando gli spazi non dal suolo, ma sollevato di qualche metro, come farebbe un extraterrestre sceso da noi per valutarci.

Nel 2020 il progetto The Missing Piece realizzato durante il primo lockdown vinse la Menzione d’Onore al Premio Ponchielli e fu selezionato come parte del PhotoBrussels Festival 05 ad Hangar Photo Center. Nel 2021 ha partecipato alla XVII Biennale Architettura 2021 di Venezia con il progetto After/Dopo, realizzato con Arte Sella a seguito della tragedia della tempesta Vaia.

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