Destra e sinistra: plausi e attacchi a Bagnasco

Un libro sui cristiani vittime dei musulmani di Antonio Socci e una pubblicazione delle edizioni Paoline sul presepe tradizionale. Ecco in cosa consistevano i doni «minaccia» che i militanti di Forza Nuova, vestiti da Babbo Natale, avrebbero dovuto consegnare oggi pomeriggio a don Prospero Bonzani. Proprio questa consegna è la causa «ufficiale» della rimozione della moschea dal presepe della chiesa di Nostra Signora della Provvidenza ad Oregina. «È una vittoria della tradizione e di un vasto movimento politico e di fedeli che ha manifestato contro l’idea offensiva e antistorica del parroco» esultano i militanti di Forza Nuova. «Evidentemente - spiega Massimo Lionti, dirigente nazionale dell’estrema destra- era come dicevamo noi: i panni sporchi si lavano in famiglia e il cardinale Bagnasco, come fa un allenatore con i propri giocatori, ha sgridato don Prospero negli spogliatoi».
Il caso da sociale è diventato ormai tutto politico. Destra e sinistra che si sfidano a colpi di «Ben fatto» o «Bagnasco schiavo della destra». Così interviene Marco Nesci, capogruppo di Rifondazione Comunista in Regione che attacca anche l’Arcivescovo: «Spiace constatare che la Curia genovese abbia ceduto a così tanta protervia, figlia dell’imbecillità e dell’ignoranza». Mentre l’Arci, per voce di Walter Massa e Gabriele Taddeo, esprime la propria solidarietà a «don Prospero e a tutti quei rappresentanti della chiesa capaci di essere dalla parte dei più deboli anche con piccoli gesti che hanno la capacità di smascherare la falsa morale degli opportunisti che con l’insegnamento del Vangelo poco hanno a che fare». La pensa in modo diametralmente opposto Luciano Silighini Garagnani, presidente dell’associazione Giovine Italia, che i Vangeli li ha portati al Cardinale come gesto di protesta e che questa sera dà appuntamento alle 10 davanti alla Metro di Bolzaneto per un pellegrinaggio alla Guardia: «Saliremo sul Monte Figogna per pregare affinché la Madonna possa realmente illuminare la coscienza dei nostri sacerdoti e vescovi». Più soft le reazioni nel centrodestra. La prima ad esprimere soddisfazione per la rimozione della statua era stata la Lega Nord con Edoardo Rixi che lo ha definito «un fatto importante». Rixi allarga il discorso al dibattito sul luogo di culto islamico in città: «I genovesi non lasceranno cancellare la loro storia e le loro tradizioni. La moschea a Genova sarebbe un affronto alla storia della Superba così come nel presepe era un affronto alla cristianità». «Quelli della Lega Nord come quelli di Forza Nuova - è la replica dei giovani del Pdci - si vogliono ergere a difensori dei valori cristiani, ma con parole e azioni dimostrano di non seguirne neanche una virgola».
Ad essere soddisfatto della scelta della Diocesi di Genova è Gianni Plinio, capogruppo di An in Regione(tra l’altro parrocchiano di don Prospero Bonzani), che, con il collega di Forza Italia Matteo Rosso, critica la decisione del sacerdote di aprire il Vangelo nel presepe al capitolo 25 di Matteo: «Stigmatizziamo la scelta di mettere al posto della moschea una pagina del Vangelo con cui, di fatto, si manda all’inferno chi non la pensa come lui - commentano i due consiglieri del centrodestra -. Evidentemente il risentimento, che dovrebbe essere lontano anni luce da un presepe, prevale in un uomo di Chiesa e questo è davvero assai poco evangelico oltre che altamente diseducativo.

Speriamo che l’accaduto serva a chiarire le idee a quei sacerdoti che, mescolando un simbolo delle nostre più genuine tradizioni religiose e popolari, offendono la sensibilità della stragrande maggioranza dei cattolici».

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