Deutsche Bank, 2 miliardi per Postbank

da Milano

Deutsche Bank sfida la crisi e in una sola giornata raccoglie 2,2 miliardi di euro per finanziare l’acquisto del 30% della connazionale Postbank. L’aumento di capitale lampo permetterà alla prima banca tedesca di mantenere salda la propria struttura patrimoniale. In una sola giornata, Deutsche Bank ha emesso fino 40 milioni di nuove azioni al prezzo di 55 euro l’una, interamente sottoscritte da investitori istituzionali.
L’annuncio, com’era prevedibile, non è stato accolto con favore dagli investitori che ieri hanno penalizzato il titolo Deutsche Bank con un calo del 3,3% a 55,45 euro. Non ha festeggiato neppure la futura sposa Postbank che ieri ha perso l’1,8% a 36,1 euro. L’acquisto del 30% della concorrente Postbank, annunciato il 12 settembre scorso, non sarà indolore per Deutsche Bank che dovrà sborsare 2,79 miliardi di euro. Questo rischia di essere solo il primo passo. L’istituto di Francoforte ha infatti un’opzione per acquisire, nei prossimi due-tre anni, un’ulteriore quota del 18 per cento.
Le cifre in campo sono alte, soprattutto in un periodo di crisi di liquidità, tanto che i vertici di Deutsche Bank ieri hanno optato per un’operazione lampo, con azioni offerta a sconto del 3% sulla chiusura di venerdì e coinvolgendo solo operatori istituzionali. Deutsche Bank non aveva scelta. Se infatti nelle Borse mondiali va in scena la crisi finanziaria in Germania si gioca anche la delicata partita del risiko bancario. Il colosso tedesco non poteva stare a guardare dopo che, a inizio mese, le due connazionali, Commerzbank e Dresdner Bank hanno annunciato una fusione.
Ad accelerare il dossier Postbank è intervenuta poi l’offerta degli spagnoli del Santander pronti a rilevare il 100% dell’istituto postale tedesco. Per sbarrare la strada allo straniero e non perdere il passo con i concorrenti, Josef Ackermann, numero uno di Deutsche Bank, doveva subito rilanciare. Il top manager si troverà così alla testa di un colosso da 24 milioni di clienti in Germania, 14 milioni arriveranno solo da Postbank.
«Postbank e Deutsche sono complementari- ha detto un analista - il gruppo postale possiede una fitta rete di agenzie, ma si trova al centro di piano di ristrutturazione da parte della casa madre. Deutsche fornirà le risorse necessarie per affrontare questo delicato passaggio e avrà soldi sufficienti per investire nella neo acquisita». La partita Postbank per la Germania assume un valore più importante.
Il settore postale (dalla logistica a servizi postali e finanziari) occuperà un tema centrale dei prossimi anni. L’Ue ha fissato per il 2011 la liberalizzazione del mercato e i monopolisti di sempre devono affilare le armi per non farsi sorprendere deboli dalle concorrenti. Una PostBank in questa situazione andava presto risanata e con lei la casa madre Deutsche Post.
«Questa fusione, anche se le soddisfa, va oltre le logiche del sistema Paese - aggiunge l’analista -: la crisi finanziaria ha messo in evidenza la fragilità delle banche d’investimento». Lehman Brothers è fallita mentre Goldmann Sachs e Morgan Stanley si trasformeranno in banche commerciali.


Al contrario le banche ordinarie come Citigroup, Ubs, Crédit Suisse, hanno subito il colpo più violento della crisi, ma hanno retto grazie all’attività bancaria tradizionale da cui possono attingere liquidità.
E così, ora, tutte le grandi banche, Deutsche compresa, riscoprono il retail.

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