Il Diavolo non è da Coppa, la Juve lo affonda Ronaldinho rossonero: il Barcellona lo molla

Juve 3 - Milan 2: ai rossoneri in dieci per l’espulsione di Bonera non bastano due gol di Inzaghi. Il bosniaco Salihamidzic ribalta la partita con una doppietta. Milan disastroso in difesa: l’Europa che conta ormai è lontana. Ronaldinho: a maggio, a Champions finita, la firma

Il Diavolo non è da Coppa, la Juve lo affonda 
Ronaldinho rossonero: il Barcellona lo molla

nostro inviato a Torino

Un vecchio rivale del Milan campione d’Europa, Salihamidzic, ex Bayern di Monaco, toglie ai rossoneri l’illusione del quarto posto. Per due volte li coglie impreparati e alle prese con una organizzazione difensiva improponibile e li castiga secondo un copione che prende le mosse anche dallo sfondone di Bonera (fallo su Sissoko ed espulsione) oltre che dai difetti noti del gruppo e dai limiti di una squadra sorretta da qualche vecchio pirata in attività (Maldini, Cafu, Favalli, Simic) cui il portiere, Kalac, non offre più alcun contributo. La Juve invece rialza la testa nella ripresa, che è la sua frazione preferita, dopo essere finita sotto e si rimette a caccia del secondo posto (recupero mercoledì prossimo col Parma in casa).
Due difese allegre e scombinate, una delle due, quella milanista, anche attempata, fanno un bel 2 a 2 all’intervallo che ha il merito dichiarato di far divertire il pubblico (udite udite, ci sono molti bambini al seguito di coraggiosi genitori) e di segnalare tutti i limiti che Juventus e Milan si trascinano appresso in questa stagione piena di chiaroscuri. Ranieri lamenta lo sbrego che si apre puntualmente dalla parte di Grygera appena Kakà, intuito l’affanno, si stacca lateralmente costringendo Chiellini e Legrottaglie a recuperi problematici. Ancelotti, di suo, non ha grandi rimpianti (Nesta e Kaladze squalificati lo obbligano alle scelte apparecchiate ieri sera) e forse non ha il coraggio di mettere, all’intervallo, sotto accusa Favalli e Maldini che sono poi i responsabili principali dei due sigilli bianconeri. Così finiscono col perdere lucentezza le esibizioni che colpiscono i bimbi e anche gli adulti nella bomboniera torinese.
Kakà strega la difesa juventina all’ennesimo scatto e consente a Inzaghi di timbrare il suo primo cartellino alla Juve nelle partite domestiche, Del Piero, autore di un recupero strepitoso su Maldini addormentato, lascia a Camoranesi la palletta utile per consentire a Sali di firmare il 2 a 2, aperto dallo scatenato Del Piero (diagonale lento ma chirurgico). Pippo e Alex, i due antichi rivali di casa Juve, riconciliati dal mondiale azzurro di Duisburg, si ritrovano in cima alla sfida dall’inizio alla fine come si conviene a due che incarnano la primavera dei fuoriclasse. Basta invocarli (Alex premiato per il record di presenze dalla vedova Scirea) per vederli all’opera. Uno mette in croce Chiellini e infligge a Buffon anche il secondo supplizio (su assist facile facile di Bonera smarcato da un lancio di Pirlo), l’altro toglie il sorriso a Simic rientrato con risultati mortificanti. Peccato solo che a un certo punto della prima frazione Seedorf, “pizzicato” dall’ennesimo “buuu”, denunci all’arbitro Rocchi l’accaduto, una nota stonata dentro un concerto di musica classica.
L’eleganza della sfida perde quota nella ripresa e non solo a causa della stanchezza che toglie lucidità ai protagonisti. Si accendono molti duelli, specie quando Sissoko sradica palloni a ripetizione dai piedi dei milanisti, e dall’esito di questo scambio matura l’episodio clou a metà della ripresa quando Bonera entra sull’ex leone di Liverpool in modo grave e scomposto. Il rosso diretto è il provvedimento deciso da Rocchi per riprendere il governo della sfida. Il Milan resta in dieci (Cafu sistema la difesa, sacrificato Inzaghi) tutto raggrumato intorno a Maldini dietro e a Seedorf e Kakà a metà campo, i suoi punti di riferimento. Che risultano spazzati via all’ennesimo assalto della Juventus, ormai liberata anche di qualche zavorra, per esempio Trezeguet (al suo posto Iaquinta). Su una discussa punizione laterale (Maldini protesta e non è suo costume), si crea un bel buco giusto davanti a Kalac che si guarda bene dall’uscire, naturalmente.

In quel buco, Salihamidzic si ritrova solo soletto e in grado perciò di diventare l’eroe della serata juventina con un tocco sotto misura che inchioda il 3 a 2 finale. Il Milan resta a mani vuote, la Juve riprende il sorriso e qualcos’altro ancora.

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