Difende un’italiana: immigrato ucciso nella casbah di Bligny

Il tunisino accoltellato aveva 25 anni. Ferita un’amica: è grave

Paola Fucilieri

La loro relazione è durata poco ed è finita male. Distrutta dall’orrore disarmante che si trascinano dietro quasi inevitabilmente certe storie di coppia, nate nel degrado e destinate a concludersi nel sangue di primitivi codici d’onore. Quelli di chi molesta anche la donna di un amico perché straniera e, quindi, considerata una poco di buono. In breve è questo che è accaduto ieri, poco dopo le 13, tra due giovani amici tunisini (uno è la vittima, l’altro l’assassino, ndr) in viale Bligny 42, uno stabile malfrequentato e molto noto in città, a due passi dalla «Bocconi». Un vecchio caseggiato di quattro piani, diviso in due palazzi di ringhiera raggiungibili da due scale, una a destra e una a sinistra dell’androne principale. Qui, in un appartamentino all’ultimo piano, è stato ucciso con un’unica coltellata al lato sinistro dell’addome Mohamed Bougoani, un tunisino di 25 anni. Ad ammazzarlo, prima di sparire dalla circolazione, è stato M’Bark S., 22enne, suo connazionale, residente nell’abitazione del delitto e nello stesso stabile dove Mohamed abitava con la famiglia.
Entrambi giovani, entrambi irregolari, entrambi avvezzi a campare di espedienti dentro e fuori le mura della «casbah». Amici. Forse troppo. Al punto che M’Bark pensa di poter mettere le mani addosso alla donna di Mohamed, Sonia T., una 34enne residente in un’altro stabile di viale Bligny. E, da appena una settimana, legata alla vittima.
È stata lei, la donna, la prima ad essere travolta ieri dall’ira dell’assassino. Era con il suo Mohamed nell’appartamento di M’Bark quando, del tutto inaspettatamente, quest’ultimo le mette le mani addosso. Sottrattasi a quelle attenzioni morbose, Sonia viene subito colpita da M’Bark con tre rabbiose coltellate sferratele con un coltello da cucina (poi ritrovato nel cortile), due sotto le scapole e una al mento. Quindi assiste impotente al ferimento mortale di Mohamed, intento a difenderla, viene accoltellato a sua volta da M’Bark.
In preda all’orrore e alla paura Sonia fugge dall’abitazione, ma insieme a tanto sangue perde anche le forze al punto che è costretta ad accasciarsi lungo le scale, al terzo piano. «Venite, c’è stata una rissa» dice al cellulare la poveretta. E quando i poliziotti arrivano è sempre lei, sdraiata sui gradini, a indicare la presenza di un uomo ferito all’ultimo piano. Poi sviene. Giunta al Policlinico con un polmone bucato viene operata d’urgenza. Tuttora in prognosi riservata, i medici assicurano che se la caverà.
Intanto, con uno squarcio all’addome, Mohamed giace senza vita sul pavimento dell’appartamento di M’Bark.

Travolto da un’insana passione sessuale piuttosto che da veri e propri motivi passionali, come pensano in un primo tempo gli investigatori. Che ieri hanno interrogato sia il fratello della vittima, che un’italiana in parte testimone dell’accaduto. E pare non siano lontani dalla cattura dell’assassino.

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