Roma - Sono "ispirate alla legge naturale", e per questo "non possono essere abrogate" le norme che "tutelano la sacralità della vita umana e respingono la liceità dell’aborto, dell’eutanasia e delle spericolate sperimentazioni genetiche". Nell’Udienza Genrale di oggi, papa Benedetto XVI ha denunciato nella sua catechesi uno "scollamento preoccupante tra la ragione - che ha insiti i principi della legge naturale - e la libertà che ha la responsabilità di accoglierli e promuoverli".
Politica e verità sull'uomo "L’Azione sociale e politica non sia mai sganciata dalla verità sull’uomo", ha continuato il Papa spiegando che "esiste una verità oggettiva e immutabile, accessibile alla ragione umana e che riguarda l’agire pratico". "Le autorità politiche e religiose debbono ispirarsi ad essa per promuovere il bene comune". Il riferimento del Pontefice è alla "legge naturale", costituita, ha detto il Santo Padre, da "norme che non possono essere abrogate".
Salvaguardia della libertà religiosa "Le leggi che si ispirano a una corretta laicità dello Stato comportano la salvaguardia della libertà religiosa e perseguono la sussidiarietà e la solidarietà, nazionale e internazionale", ha detto il Papa tornando a condannare "la dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e lascia come unica misura solo l’io e le sue voglie".
Benedetto XVI ha ricordato anche la "grande responsabilità delle persone che operano nell’ambito multiforme della cultura, della comunicazione e dei media, dove - ha scandito - si può annunciare con vigore il Vangelo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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