La penisola coreana è scossa da tensioni crescenti. Al netto del terremoto politico che sta scuotendo la Corea del Sud, uno dei principali partner degli Usa in Asia, nelle ultime ore la Corea del Nord ha reso noto di aver testato un nuovo missile ipersonico a raggio intermedio progettato per colpire obiettivi remoti nel Pacifico. Il rapporto dei media statali nordcoreani è giunto un giorno dopo che l'esercito sudcoreano aveva dichiarato di aver rilevato il lancio di un missile da parte di Pyongyang che ha volato per 1.100 chilometri prima di atterrare nelle acque limitrofe al Giappone. Considerando l'attivismo di Kim Jong Un e l'imminente salita al potere negli Stati Uniti di Donald Trump – un leader che, durante il suo primo mandato, ha più volte messo in discussione l'ombrello militare che Washington ha sempre offerto gratuitamente agli alleati – c'è chi suggerisce alla Sud Corea di dotarsi dell'arma nucleare per blindare la propria sicurezza nazionale.
Nucleare per Seoul?
La rivista Foreign Affairs, per esempio, ha scritto un articolo dal titolo emblematico: "Perché la Corea del Sud dovrebbe passare al nucleare". Risposta: "La bomba è il modo migliore per contenere la minaccia proveniente dal Nord". Seoul, sin dal termine della Guerra di Corea (1953), si ripara sotto l'ombrello nucleare americano. Per decenni, l'accordo di difesa siglato con Washington ha fornito alla Corea del Sud una garanzia di sicurezza sufficiente. Tuttavia, oggi questa garanzia è essere sempre più fragile. Il problema del Sud è infatti duplice.
In primo luogo, le capacità della Corea del Nord stanno crescendo. Pyongyang ha sviluppato un missile balistico intercontinentale, il che solleva dubbi sul fatto che gli Stati Uniti onorerebbero il loro impegno di alleanza e combatterebbero per la Corea del Sud (e questo perché Kim può ora colpire le città americane con un'arma nucleare). In secondo luogo, e come già anticipato, Donald Trump, che in passato ha duramente criticato l'alleanza tra Stati Uniti e Corea del Sud, è pronto a iniziare il suo secondo mandato come presidente degli Usa Con Trump in cabina di regia, la probabilità che Washington intervenga in un fantomatico conflitto nella penisola coreana diminuirà ulteriormente.
La Corea del Sud, in caso di guerra con il vicino, potrebbe quindi essere lasciata dagli Usa a cavarsela da sola. Ebbene, per colmare questa evidente lacuna nella sua sicurezza, Seoul starebbe ora considerando un passo che, fino a poco tempo fa, appariva come impensabile: costruire le proprie armi nucleari. All'interno del Paese questa proposta è gradualmente diventata mainstream. Secondo un sondaggio del Chicago Council on Global Affairs condotto nel 2021, il 71% dei sudcoreani sostiene la nuclearizzazione, in netto aumento rispetto al 56% rilevato dall'Asan Institute for Policy Studies nel 2010. Le élite politiche rimangono ancora divise, ma l'idea dell'extrema ratio sta trovando terreno fertile anche in questo settore.
Rischi e conseguenze
La nuclearizzazione è oggetto di accesi dibattiti in Corea del Sud, ma i think tank, gli esperti di sicurezza nazionale e i principali organi di informazione che compongono la comunità di politica estera del paese sostengono l'idea più di quanto abbiano mai fatto da quando è stata presa in considerazione per la prima volta negli anni '70. La posizione ufficiale di Seul è ancora quella di affidarsi all'ombrello nucleare degli Stati Uniti per la sicurezza della Corea del Sud. Ma la ragione principale della mancanza di cambiamenti nella sua politica è il timore di ritorsioni degli Stati Uniti, che potrebbero comportare sanzioni contro la Corea del Sud e un indebolimento dell'alleanza bilaterale (per non parlare, poi, della reazione cinese, che si ritroverebbe un nuovo Paese nucleare, per di più partner Usa, a pochi passi dal proprio confine).
In ogni caso, il più grande ostacolo alla nuclearizzazione della Corea del Sud coincide con gli Stati Uniti. A Washington esiste, infatti, una profonda opposizione bipartisan alla proliferazione nucleare anche tra gli alleati. Non a caso, negli ultimi anni l'amministrazione Biden ha cercato di accontentare Seoul con dichiarazioni volte a riaffermare gli impegni di sicurezza di Washington nei confronti del partner asiatico. La pressione americana è probabilmente la ragione principale per cui la Corea del Sud partecipa ancora al Trattato internazionale di non proliferazione nucleare (TNP), che ne proibisce la nuclearizzazione.
"Con la Corea del Sud più in grado di gestire da sola il problema nordcoreano, gli Stati Uniti potrebbero dedicare più attenzione alla loro massima priorità nell'Asia orientale: la Cina. Ma prima, Washington deve smetterla di intralciare il suo alleato e iniziare a lasciare che Seoul prenda le proprie decisioni", scrive Foreign Affairs.
Attenzione, tuttavia, alla corsa al riarmo che potrebbe concretizzarsi nel continente asiatico qualora il Sud dovesse veramente cambiare registro e dotarsi dell'arma nucleare. Il dilemma continua a separare esperti, politici e analisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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