Kim Jong-un si recherà a Vladivostok, in Siberia, per parlare con Vladimir Putin ai margini dell'Eastern Economic Forum in programma dal 10 al 13 settembre nella principale città dell'Estremo Oriente controllato da Mosca. Lo riporta il New York Times citando fonti riservate vicine all'amministrazione americana ricordando che "Kim sarà presto da Putin" e che in quell'occasione i due leader "parleranno di armi".
La Casa Bianca ha, praticamente a caldo, confermato l'indiscrezione. "Come abbiamo avvertito pubblicamente, i negoziati sugli armamenti tra Russia e Corea del Nord stanno avanzando attivamente", ha dichiarato in conferenza stampa la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, Adrienne Watson. Joe Biden è al corrente e l'ufficio presidenziale ha confermato il fatto che Washington sa di "incontri a livello di leader" in programma tra Russia e Corea del Nord.
Partendo col suo treno blindato personale da Pyognyang, il leader nordcoreano arriverà alla città del Pacifico e, secondo quanto hanno detto al quotidiano della Grande Mela fonti americane e alleate, potrebbe addirittura proseguire verso Mosca, anche se tale ipotesi non è confermata. Il luogo dell'incontro dovrebbe essere la Far East Federal University, l'alta scuola universitaria con cui la Russia ha voluto sviluppare Vladivostok come polmone accademico, le cui aule ospiteranno l'importante consesso internazionale.
L'ottavo Eastern Economic Forum è destinato a essere in tono relativamente minore sul fronte degli invitati e dei partecipanti. In passato affollato da leader del calibro di Shinzo Abe e Xi Jinping, a causa della tesa situazione internazionale legata a sanzioni, guerra economica russo-occidentale e competizione geopolitica, Mosca ha visto l'Eef perdere parte dello smalto che lo vedeva polmone economico e di incontri nell'area geopolitica chiave del pianeta. Mentre anche la Cina manderà pochissimi esponenti istituzionali limitandosi a inviare imprenditori che hanno tra gli uomini di punta Huang Yongzhang, Presidente di PetroChina, Kim si prenderà la scena.
Secondo il New York Times Putin "vuole che Kim accetti di inviare alla Russia proiettili di artiglieria e missili anticarro, e Kim vorrebbe che la Russia fornisse alla Corea del Nord tecnologia avanzata per satelliti e sottomarini a propulsione nucleare", approfondendo una partnership bilaterale che per Mosca fa il paio con quelle costruite con altri attori come l'Iran su tecnologie strategiche quali i droni.
Fumo negli occhi per Washington: Watson ha esortato Pyongyang a "cessare i negoziati sugli armamenti con la Russia e a rispettare gli impegni pubblici presi da Pyongyang di non fornire o vendere armi alla Russia". Ma la macchina sembra ormai messa in moto.
Putin non parteciperà al G20 di Nuova Dehli, nell'India che Mosca ritiene tra i Paesi maggiormente amici, ma dialogherà, se tutto sarà confermato, col leader nordcoreano, segno della volontà russa di consolidare relazioni strategiche. Ospitare Kim in quella che sarà solo la decima visita all'estero del terzo leader della monarchia rossa di Pyongyang, il secondo in Russia, segnala al tempo stesso il piccolo cabotaggio della diplomazia di un Paese che si trova in difficoltà a muoversi nei grandi consessi globali dopo il caos d'Ucraina.
Nel frattempo, conferme della partnership sono arrivate da Sergej Shoigu, ministro della Difesa di Putin, che all'agenzia Interfax ha dichiarato che Mosca valuta esercitazioni con Pyongyang: "'esiste un vecchio detto russo: non si scelgono i propri vicini ed è meglio vivere con i propri vicini in pace e armonia", ha detto Shoigu, confermando quanto aveva anticipato il direttore del National Intelligence Service di Seul Kim Kyou-hyun. Shoigu ha visitato Pyongyang a fine luglio, primo ministro della Difesa russo in Corea del Nord dalla fine della Guerra Fredda, mentre Putin e Kim potrebbero vedersi per la seconda volta dopo l'unico incontro avvenuto nel 2019. Allora fu proprio Vladivostok il teatro dell'incontro. Ai tempi la nazione "braccata" era la Corea del Nord, intenta a cercare una sintonia con gli Stati Uniti e Seul senza rinunciare al rapporto con Russia e Cina.
Oggi, almeno in parte, è Mosca ad aver bisogno della relazione con Pyongyang. Amico sempre molto subdolo e imprevedibile, ma nel ristretto novero di Paesi su cui Mosca può contare per incassare sostegno nella spericolata avventura ucraina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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