Nel modus operandi di Vladimir Putin non mancano i colpi di scena e l'ostentazione di armi in grado di sorprendere i nemici. Lo ha fatto mettendo in allerta il sistema di difesa nucleare e spostando le testate tattiche in Bielorussia, per poi parlare più recentemente di armi in grado di sfidare le leggi della fisica fino a sottolineare l'importanza della tecnologia nucleare per rafforzare l'equilibrio strategico.
Avvertimenti spesso propagandistici, per rafforzarsi sul piano interno o anche per intimorire i nemici, ma che gli analisti non prendono alla leggere considerando soprattutto le capacità tecnologiche della Russia in particolari settori. A cominciare da quello balistico. È proprio su questo punto che si è concentrata l'ultima indiscrezione del New York Times sul fatto che Mosca sarebbe in procinto di testare un missile da crociera sperimentale a propulsione nucleare noto come 9M730 Burevestnik e che la Nato ha ridenominato "Skyfall". Uno strumento che, insieme al siluro Poseidon, rappresenta quello ciò che al momento preoccupa di più le intelligence occidentali e che fu presentato proprio dal presidente russo durante il suo discorso all'Assemblea Federale del 2018.
Ideato come "arma di secondo attacco", il punto fondamentale di questo sistema è ovviamente la propulsione. Il missile superficie-superficie Burevestnik, infatti, parte attraverso booster a propellente solido, stando alle notizie test, per poi attivarsi con la propulsione nucleare. Capace di una gittata illimitata e teoricamente per molte ore di volo, il missile può raggiungere la destinazione con la sua testata nucleare compiendo rotte molto diverse, più lunghe, e più difficili da intercettare. Inoltre, il suo nome russo, Burevestnik, che indica quello che per noi è la "procellaria", identifica un'altra caratteristica: quella di volare sfiorando le onde. Skyfall, infatti, avrebbe tra le sue capacità quella che in gergo viene definita "sea skimming" e che rende il missile molto difficile da individuare durante la sua traiettoria.
A preoccupare i vicini sono soprattutto le possibili conseguenze di un test fallimentare. Ipotesi che non è certo da escludere, dal momento che la Federazione Russa ha già testato Skyfall ben 13 volte e tra il 2017 e il 2019 e con esito negativo.
Come riportava Paolo Mauri, "si ritiene che la 'nube radioattiva' registrata dall’istituto di sicurezza nucleare francese (Irsn) alla fine di settembre del 2017 avente origine da un impianto atomico in Kazakistan e composta da rutenio 106, potesse essere uno dei primi test del nuovo motore del missile Burevestnik". E questo si può mettere a sistema con i timori dei servizi dei Paesi scandinavi preoccupati da possibili rilasci di materiale radioattivo nell'Artico, dove si ritiene che possa essere testato il missile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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