Scoperto il sito di lancio di Skyfall: la rivelazione sul missile russo a propulsione nucleare

Il primo sito di lancio del missile da crociera russo a propulsione nucleare "Burevestnik", sarebbe stato scoperto a nord di Mosca grazie a foto satellitari

Scoperto il sito di lancio di Skyfall: la rivelazione sul missile russo a propulsione nucleare
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A luglio 2018 il ministero della Difesa russo aveva diffuso un video in cui mostrava, per la prima volta in via ufficiale, i suoi ultimi ritrovati bellici. Tra di essi, oltre al missile balistico intercontinentale RS-28 “Sarmat”, alle testate ipersoniche plananti (chiamate HGV - Hypersonic Glide Vehicle), al missile ipersonico “Kinzhal”, a un laser ad alta potenza montato su camion e al “supersiluro” a carica atomica “Poseidon”, comparivano missili da crociera a propulsione nucleare. Si trattava del 9M370 “Burevestnik” (procellaria in russo), o SSC-X-9 “Skyfall” in codice Nato.

L'ultima notizia che abbiamo su questo nuovo missile, riferisce che due ricercatori statunitensi affermano di averne identificato il probabile sito di dispiegamento in Russia. Come riporta Reuters, utilizzando immagini satellitari scattate il 26 luglio e diffuse da Planet Labs, i due ricercatori hanno identificato un cantiere adiacente a un deposito di testate nucleari (denominato “Vologda-20” o “Chebsara”), come potenziale sito di dispiegamento del “Burevestnik”. La struttura si trova a 475 chilometri a nord di Mosca.

Le immagini mostrerebbero nove rampe di lancio orizzontali in costruzione situate in tre gruppi all'interno di alte protezioni antiesplosione. Le piazzole di lancio sono collegate da strade a quelli che potrebbero essere edifici in cui i missili e i loro componenti sarebbero ospitati e all'attuale complesso di cinque bunker di stoccaggio di testate nucleari. Il sito è “per un grande sistema missilistico fisso e l'unico grande sistema missilistico fisso che stanno (la Russia) sviluppando attualmente è lo Skyfall”, ha detto uno dei ricercatori.

L'identificazione del probabile sito di lancio del “Burevestnik” suggerisce che la Russia è in procinto di dispiegarlo dopo una serie di test negli ultimi anni, alcuni dei quali hanno causato gravi incidenti come avvenuto nel 2019 nel porto di Severodvinsk quando un probabile incidente al reattore nucleare del propulsore ha causato la morte di cinque tecnici e l'emissione di una nube radioattiva.

Il missile, come detto, ha un motore alimentato da un reattore nucleare e rientrerebbe nei sistemi missilistici subsonici (quindi con velocità inferiore a Mach 1). Risulta essere un’arma dalla portata globale proprio per il suo sistema di propulsione, che, avendo autonomia illimitata, gli permette di evitare le concentrazioni note di sistemi difensivi antiaerei: il motore atomico rende possibile a un “Burevestnik” di compiere traiettorie molto lunghe e complesse oppure volare indefinitamente in circuito di attesa prima di colpire l’obiettivo. Il profilo di volo è intuibile dal suo stesso nome: così come la procellaria, il missile vola a bassissima quota, quasi a pelo d’acqua. Questa capacità, denominata sea skimming, unita ad una configurazione della fusoliera con parziali caratteristiche stealth, ne renderebbero difficile l’individuazione e l’aggancio da parte dei radar terrestri, navali o aerei.

Il “Burevestink” potrebbe anche essere pensato per lanci da aerei o da unità navali, ma il sito terrestre suggerisce che Mosca intenda schierarlo primariamente da basi di lancio fisse, forse per una questione legata alla carica della sua testata bellica. La prassi normale russa, infatti, è sempre stata quella di accumulare carichi nucleari per missili terrestri lontano dai siti di lancio, fatta eccezione per quelli della sua forza di missili balistici intercontinentali (Icbm) schierati nei silos di lancio o sui veicoli Tel (Transporter Erector Launcher). Posizionare il “Burevestnik” a Vologda consentirebbe all'esercito russo di accumulare i missili nei bunker già esistenti, rendendoli disponibili per un lancio rapido.

La reale efficacia del “Burevestnik” è oggetto di discussione: il vettore non aggiungerebbe nulla alla capacità di deterrenza russa, essendo un sistema subsonico il cui lungo volo permetterebbe di rilevarlo e tracciarlo grazie ai sistemi di rilevamento a infrarossi. Inoltre le probabili emissioni radioattive del motore ne farebbero un sistema controproducente per l'utilizzatore, in quanto contaminerebbe l'ambiente circostante lungo tutta la sua traiettoria.

Bisogna però pensare che potrebbe essere un sistema da utilizzare come rappresaglia finale, al pari del siluro atomico “Poseidon”, ovvero in caso di scontro nucleare tra potenze, per cui il Cremlino sa già che la Russia verrebbe pesantemente bersagliata da missili nucleari statunitensi, inglesi e francesi.

Va notato che non conosciamo i dati tecnici del “Burevestnik”, e non sappiamo se gli ingegneri russi siano riusciti a trovare una soluzione “non inquinante” per il propulsore nucleare, ma le nostre analisi si basano su una tecnologia che era stata già sviluppata negli anni '60 dagli Usa col “Progetto Plutone”, per un missile da crociera supersonico da bassa quota.

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