I punti chiave
Il 20 febbraio, giorno della visita di Joe Biden a Kiev e anniversario della rivolta anti-russa di Euromaidan del 2014, la Russia ha testato un missile balistico intercontinentale (Icbm) Sarmat. Lo ha rivelato la Cnn sottolineando la prova di forza del Cremlino, ma aggiungendo che, secondo quanto riportato da fonti dell'amministrazione Usa, il test sarebbe fallito e non è considerato un'escalation da parte di Washington.
Che cosa sono i missili Sarmat
Il Sarmat, codice Nato di identificazione "Satan 2", è, come ha ricordato Paolo Mauri su Inside Over, il più recente dei missili intercontinentali pesanti a disposizione nell'arsenale nucleare di Mosca. E una componente fondamentale della triade nucleare russa assieme ai sommergibili della classe Borei, adibiti al lancio di missili nucleari, e ai bombardieri Tupolev Tu-160. I Sarmat sono stati messi in linea operativa nel 2022 e a dicembre Vladimir Putin ha dichiarato che essi erano in allerta da combattimento.
Sviluppato a partire dal 2011 e testato con attenzione a partire dal 2022, il missile Sarmat ha un raggio d’azione massimo che si aggira attorno ai 18mila chilometri e può colpire qualsiasi obiettivo sulla Terra riconducibile ai rivali della Russia. Mosca lo ha progettato per trasportare un massimo di 15 testate nucleari o per consentirgli inserire in zona suborbitale 24 veicoli ipersonici Avangard, capaci di colpire altrettanti bersagli.
Parliamo dunque di un'arma importante per Mosca ed è notevole sottolineare tre fatti sul test sottolineato dalla Cnn. Il primo, chiaramente, è la coincidenza temporale di cui s'è detto: Putin non è nuovo a mostrare i muscoli in occasioni in cui emerge un avvicinamento crescente tra Ucraina e Occidente. E la coincidenza temporale rendeva quasi "telefonata" la prospettiva di una dimostrazione, peraltro non sbandierata ai quattro venti, da parte russa.
L'ombra del fallimento
Il secondo tema fondamentale è il fatto che il test sia fallito. Segno che la totale messa a punto dei Sarmat per la potenziale sfida missilistica con l'Occidente è ancora ben al di là da venire. Quindi, questo ha permesso agli Usa di divulgare la notizia del lancio anche per distendere i toni sul fronte della possibilità di un confronto con Mosca a colpi di armi di ultima generazione.
Terzo punto fondamentale è l'accenno degli uomini dell'amministrazione Biden al fatto di non ritenere un'escalation il test russo. Dunque di voler gettare acqua sul fuoco dopo che nel discorso del 21 febbraio Putin ha sospeso unilateralmente la partecipazione al trattato New Strategic Army Reduction Treaty (New Start) siglato da Barack Obama e Dmitri Medvedev nel 2010 a Praga, ad oggi l'unico accordo rimasto in vigore per il disarmo nucleare nel mondo.
Washington accetta che Putin mostri i muscoli a patto che ciò non superi linee rosse pericolose.
Il test di un'arma già nota non rientra in queste prospettive. E dunque anche dopo il lancio del Sarmat Washington continua la sua linea del confronto con Mosca senza cercare picchi di tensione. Potenzialmente devastanti a un anno dall'inizio della guerra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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