Difetto di notifica, processo di appello sulla Gea rinviato al 9 giugno

I problemi procedurali hanno riguardato Luciano Moggi, il principale accusato, e il manager sportivo Franco Ceravolo

Per un difetto della notifica del decreto di fissazione dell'udienza, è stato disposto l' immediato rinvio del processo d'appello alla «Gea World», la società di procuratori sportivi che, a partire dal 2001 e fino alla vicenda giudiziaria definita «Calciopoli», ha gestito le procure di numerosi calciatori professionisti. I problemi procedurali hanno riguardato le posizioni di due degli accusati: l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi e il manager sportivo Francesco Ceravolo. La Corte d'appello ha rinviato il processo al prossimo 9 giugno.
Luciano Moggi è il principale accusato. In primo grado, l'8 gennaio 2009, fu condannato dalla X sezione penale del tribunale di Roma ad un anno e mezzo di reclusione; fu ritenuto colpevole di violenza privata in relazione ai casi dei calciatori Emanuele Blasi e Nicola Amoruso. Per lo stesso reato, anche il figlio dell'ex dg della Juventus, Alessandro, fu condannato dai primi giudici ad un anno e due mesi di reclusione. Entrambi furono assolti per il contestato reato associativo.
Assolti in primo grado gli altri imputati: Davide Lippi, figlio del commissario tecnico della nazionale italiana, Francesco Zavaglia e Francesco Ceravolo, tutti procuratori o soci della Gea. La sentenza è stata impugnata in appello dal pm capitolino, Luca Palamara.


L'inchiesta sul presunto dominio esercitato sul mercato dei calciatori e sul condizionamento delle scelte di alcuni club, così come denunciato da alcune «mosche bianche» in varie epoche, partì nel 2006 dopo il trasferimento a Roma, per competenza territoriale, di atti raccolti dalla magistratura di Torino.

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