Roma - All’ora di pranzo il Terzo polo, all’ora del tè il Pdl e all’ora dell’aperitivo il Pd. Cambia la compagnia, non il menu: le liberalizzazioni. Il premier Mario Monti, che oggi farà il suo esordio in Vaticano incontrando Benedetto XVI, ha dedicato buona parte della giornata di ieri a tastare il polso dei principali partiti che sostengono il suo governo, per ascoltare idee, proposte, favori e sfavori rispetto alle sue minacciate «lenzuolate » che riempiono le pagine dei giornali e le piazze di tassisti. Partenza agevole con il Terzo polo, che vanta alcuni dei supporter più entusiasti del professore di Palazzo Chigi.
Finito l’incontro, i commenti sono tutti rose e fiori. «Il governo sta lavorando molto seriamente, l’incontro con Monti è andato bene, le liberalizzazioni devono essere fatte non solo per i soliti noti ma anche per i poteri forti - tira le somme Pier Ferdinando Casini,leader dell’Udc,lasciando Palazzo Chigi - . Serve più concorrenza, più vantaggi per i consumatori, le liberalizzazioni non devono riguardare solo taxi e farmacie o giornali ma anche i servizi pubblici locali e i poteri forti».
Ottimista Benedetto della Vedova, capogruppo Fli alla Camera: «Conoscendo Monti, non potrà che essere un provvedimento ampio, aperto a più settori, per avere più concorrenza e più competitività». Poi è l’ora del Pdl.E qui dalla discesa si passa a un impegnativo falsopiano. Sono il segretario Angelino Alfano e i capigruppo parlamentari Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri a fissare i paletti del Pdl all’azione del governo. Che vuol dire liberalizzazioni sì, ma di pari passo con la riforma del mercato, e mettere finalmente mano all’articolo 18. «L’apertura dei mercati- spiega Gasparri, il primo a uscire da Palazzo Chigi - serve al Paese purché garantisca più crescita, occupazione e convenienza per i consumatori.
A Monti abbiamo chiesto il confronto preventivo con le categorie interessate e che si agisca parallelamente sul mercato del lavoro e sulle liberalizzazioni ascoltando il Paese reale ».La parola d’ordine dell’esecutivo secondo il primo partito in Parlamento deve essere coraggio: «Coraggio per agire anche contro i potentati». Senza questo requisito, il sì del Pdl potrebbe non esserci: «Il confronto parlamentare non è per nulla scontato perché valuteremo le proposte settore per settore». Poco dopo esce Cicchitto, che si becca anche qualche insulto dai tassisti in presidio. Forse proprio per questo punta dritto al tema: «Abbiamo chiesto a Monti che, così come viene fatto per le organizzazioni sindacali, vengano sentite tutte le organizzazioni di categoria del settore, anche quelle dei tassisti».
In serata Alfano fa altri due esempi: «Gli avvocati in Italia sono troppi e c’è da liberalizzare. Oppure i farmacisti: il servizio funziona ma ce ne vogliono di più. Ma se prendiamo un bel po’ di farmaci e li spostiamo nelle coop rosse solo per fare un favore a qualcuno, questa non è liberalizzazione ». Poi la strada di Monti torna a scendere con Pier Luigi Bersani, leader del Pd: dura un’ora e mezza la chiacchierata tra i due: «Le liberalizzazioni si fanno per dare più accesso al lavoro ai giovani e perché non ci siano rendite di posizione», la linea di Bersani. Insomma anche il Pd, pur più conciliante con Monti, gli fa presente che partire a spron battuto da tassisti e farmacisti non è stata un’idea geniale. Ma Bersani con Monti avrebbe parlato anche della Merkel, facendo notare un paradosso: «A subire il declassamento sono molti Paesi europei, come la Francia e la stessa Italia, ma ad essere sconfessata è la linea tedesca. Il rating colpisce gli altri ma lo sconfitto è il governo Merkel e la sua linea puramente rigorista », avrebbe detto il leader Pd.
Dopo tante parole, Monti in serata ha dovuto registrare l’ennesimo piccolo segnale del lento cambiamento di clima attorno alla sua figura: la nascita di un gruppo facebook contro la prossima visita del premier in Gran Bretagna. La pagina, creata da tra studenti inglesi della London School of Economics, indice per mercoledì 18, quando Monti riprenderà le vesti di professore per una lezione nell’ateneo londinese, una protesta pacifica proprio davanti alla Lse contro «l’Europa dei banchieri». «Mario Monti - si legge nell’annuncio - è primo ministro e ministro delle Finanze dell’Italia. Non è stato eletto a queste cariche. Sta imponendo al Paese 33 miliardi di euro di tagli. Misure simili hanno devastato l’economia greca.
Esprimiamo solidarietà a chi in Europa sta subendo questi tagli». Alle 20 di ieri già in 77 promettevano di partecipare. Compreso chi, come Luke Stobart, ha già trovato lo slogan del sit- in: «Full Monti!». Scommettiamo che funzionerà?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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