Il diploma costa 5mila euro: preside in manette

Claudio Barnini

da Sora (Frosinone)

Diplomi a pagamento a decine di privatisti. Con questa pesante accusa una preside è finita agli arresti, mentre altri tre professori sono stati denunciati a piede libero. I fatti sono accaduti all’Istituto Tecnico Industriale di Isola del Liri, un piccolo paese a poco più di venti chilometri a ovest di Frosinone. Ieri mattina gli uomini della squadra mobile del capoluogo ciociaro, diretti dal vicequestore Cristiano Tatarelli, hanno arrestato la preside, Gemma De Filippis, 57 anni: l’accusa è quella di corruzione e concussione per aver intascato somme di denaro in cambio della totale correzione dei compiti.
Una vera e propria «compravendita» che si svolgeva con tariffe ben precise che andavano dai 500 ai 5mila euro. A seconda della preparazione del candidato privatista che si presentava davanti alla commissione d’esame, infatti, la preside assicurava la promozione. Insomma, il diploma veniva garantito ma, per evitare che qualcuno si facesse venire strani dubbi, bisognava che la preparazione non fosse proprio «a zero». E allora ecco che, con una piccola «spesa» in più, ci si assicurava la chiusura non di un occhio ma di tutti e due. Fin qui, in fondo, nulla di sconvolgente, visto che casi simili nel nostro Paese se ne sono visti e se ne vedono spesso. Solo che il «giro d’affari» non si fermava alle «parcelle» chieste agli studenti, ma andava ben oltre.
Dalle indagini della polizia, infatti, è emerso ancora che la preside infatti avrebbe percepito delle provvigioni dalle ditte per gli acquisti di materiale per la scuola come apparecchiature meccaniche, computer e quant’altro. Secondo gli accertamenti della squadra mobile da una ditta di Roma per l’acquisto di un tornio si sarebbe fatta regalare alcuni computer, che poi avrebbe rivenduto alla scuola con fatturazione intestata ad una società di un familiare. Per questo nel mirino degli inquirenti sono finite altre persone: un imprenditore romano, R.V. (al quale è stato imposto l’obbligo di dimora), mentre, come detto, la denuncia è scattata anche per tre professori dell’istituto e altri due imprenditori della zona. Le indagini, comunque, vanno avanti, anche se il giro degli indagati non dovrebbe allargarsi oltre alle persone finora interessate dai provvedimenti firmati dal pm della procura della Repubblica di Cassino, Maurizio Arcuri, e dal gip Francesco Galli.
Nel passato della dirigente c’è anche un altro «precedente». La preside era infatti già stata indagata qualche anno fa per la vendita di diplomi falsi, quando dirigeva l’Itas di Sora.

Da qualche mese, comunque, la donna era in aspettativa dal servizio. L’anno scorso, invece, il figlio, venne arrestato dalla polizia per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Fu trovato in possesso di un chilogrammo di droga.

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