Dive straniere addio: le testimonial italiane sbancano gli spot

La Marcuzzi, la Autieri e la Ferilli sono le «fantastiche tre» scelte dalle casalinghe in un sondaggio. Obiettivo: individuare i volti più accattivanti per i «consigli per gli acquisti»

Nino Materi

Va bene tutto, ma preferire Luciana Littizzetto a Gisèle Bunchen, questo proprio no.
I mariti che hanno la fortuna di poter contare su una moglie casalinga, sanno bene come i pareri dell’«angelo del focolare» vadano tenuti nella giusta considerazione. In questo caso, però, ci permettiamo di non essere d’accordo. E le ragioni balzano subito all’occhio, almeno a quello degli uomini.
Nonostante ciò le massaie che hanno risposto al sondaggio pubblicato sull’ultimo numero del settimanale Diva e Donna non ritrattano: per loro l’interprete del film «Ravanello pallido» - in tema di spot pubblicitari - «è meglio» non solo di Gisèle (e della sua collega Kate Moss) ma anche della star hollywoodiana Julia Roberts. Siamo in democrazia, e ognuno ai sondaggi risponde come meglio crede.
Va poi preso atto come le casalinghe nostrane concordino su una filosofia di base: «Per essere credibili e incarnare al meglio i valori di un prodotto, il testimonial deve essere rigorosamente made in Italy».
Lo studio, realizzato da Marketing TV su mille donne di età compresa tra i 18 e i 65 anni, incorona i volti e i corpi fascinosi di Serena Autieri, Alessia Marcuzzi e Sabrina Ferilli: tre donne già ampiamente impegnate nel business di quello che un tempo andava sotto il nome di Carosello e che oggi - chi conosce le lingue - chiama advertising; Serena Autieri pratica il mondo dei cioccolatini, Alessa Marcuzzi quello degli yogurt per chi ha problemi intestinali e Sabrina Ferilli presta i suoi capelli a scopi estetico-tricologici. Comunque a preferire le testimonial italiane non sono solo le massaie, ma pure gli uffici del marketing strategico di tantissime aziende italiane.
Il motivo? «Perchè più simili a noi nell'aspetto, ma anche nella loro vita quotidiana, negli usi, nei consumi e nelle abitudini, di solito super scandagliati sulle pagine dei giornali e delle riviste generaliste e no».
Il risultato dell’inchiesta è categorico: la metà delle intervistate preferisce la bellezza nostrana (46%) della «porta accanto», rispetto a quella algida e irraggiungibile della super diva straniera (31%).
Seguono, a debita distanza, star internazionali dall'indubbia bellezza e professionalità come Gisèle Bunchen (12%) e Kate Moss (10%), per poi tornare a conduttrici rigorosamente italiane quali Elisabetta Canalis (7%) e la rivelazione Cristina Chiabotto (4%). Una tendenza dimostrata anche dai concorsi di bellezza, che hanno sfornato, come nel caso di Miss Muretto, celebrità «acqua e sapone» come Simona Ventura, Melissa Satta e Maria Teresa Ruta.


Per quel terzo del campione intervistato che invece preferisce le straniere, qui le motivazioni - spiegano gli esperti - hanno a che fare con un «paradigma di inaccessibilità»: «dive irraggiungibili» per il 28% del campione e «rappresentanti di un sogno» per il 24%. Il che le rende tremendamente affascinanti, offrendo peraltro a Marzullo lo spunto per la sua domanda-manifesto: «La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?».

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