Le dive della tv conquistano la scena

Metti quattro donne riunite in una suite per un addio al nubilato. Poni caso che la promessa sposa, la quinta amica, sia in ritardo e che, nell’attesa, le altre chiacchierino di tutto ciò che in genere condisce le conversazioni femminili: uomini, desideri, insoddisfazioni, amore, sesso. Immagina, infine, che sia permesso a ognuno di noi, maschio o femmina, intrufolarsi tra le amiche e, come un moscerino, ascoltarne ogni parola, perfino i sussurri. È appunto all’immagine di una «piccola mosca» che si auto-invita all’addio al nubilato che si rifanno Maddalena Nicosia e Veronika Logan nel parlare dello spettacolo Addio al nubilato, in scena alla Sala Umberto fino al 20 maggio con la regia di Enrico Maria Lamanna. «Una commedia che fa ridere fino alle lacrime - raccontano le attrici -. Non si rivolge solo a un pubblico di donne e l’uomo ne esce molto incuriosito». Lo spettacolo nasce alla fine del ’95 quando Nicosia e Logan (protagoniste assieme a Elda Alvigini, Beatrice Fazi e Mimosa Campironi, volti ben noti al pubblico di successi quali I Cesaroni, Vivere o Incantesimo) iniziano a lavorare a un loro testo, dal momento che, spiegano, per chi recita non correvano tempi buoni. Inoltre, tengono ad aggiungere, «in Italia si sente l’assenza di una drammaturgia che parli di donne e che sappia portare a teatro gli spettatori che, al cinema, scelgono pellicole di registi come Virzì, D’Alatri, Muccino». Ne affidano la scrittura a Francesco Apolloni, autore tra l’altro di La verità, vi prego, sull’amore. «Apolloni ha raccolto le interviste con noi cinque - racconta Nicosia - e ne è uscito un puzzle simile a un quintetto jazz, dove ogni personaggio fa il suo assolo. Gli elementi autobiografici di ognuna sono distribuiti anche tra le altre, cioè non è detto che un aspetto emerso nella mia intervista si ritrovi poi in Margherita, il mio personaggio». Si ride, dunque, e ci si commuove coi personaggi delineati da Apolloni: «Ci auguriamo che si ami di più il teatro - concludono le attrici -.

Pensiamo alla Francia: lì il sabato sera la televisione non fa ascolti, la gente esce. È salutare andare a teatro e vedere un altro essere umano, attore vibrante, che si esprime davanti a te».
Sala Umberto, via della Mercede 50, ore 21 (domenica ore 17.30). Info: 06.6794753.

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