Diventa rifugiato perché omosessuale E avrà la cittadinanza

RomaHa ottenuto lo status di rifugiato in Italia a causa della sua omosessualità che nel suo Paese potrebbe costargli una condanna penale e fino a cinque anni di carcere. Il Marocco è infatti uno delle decine di nazioni in tutto il mondo in cui l’omosessualità è considerata reato. Rimpatrio scongiurato quindi per F.H, 20 anni, protagonista della vicenda, raccontata dalle associazioni Gay Center e Arcigay, che hanno seguito passo passo la vicenda e che ora cantano vittoria. «La vicenda di F.H. - spiegano in una nota il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo e il presidente di Arcigay Roma, Roberto Stocco - è stata presa in esame dagli uffici competenti del ministero dell’Interno grazie a una segnalazione del numero verde Gay Help Line e al sostegno dell’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori di polizia di Stato e carabinieri. Lo status di rifugiato gli è stato conferito grazie alla Convenzione di Ginevra del 28 luglio 1954, successivamente ratificata in Italia. L’omosessualità, infatti, viene punita come reato in ottanta paesi nel mondo e in cinque di questi, addirittura, con la pena di morte».
Per le due associazioni si tratta di un precedente molto importante in materia di tutela dalle discriminazioni sessuali. «Va dato merito all’Oscad, con il quale va avanti da tempo una collaborazione molto positiva - spiegano i portavoce delle due associazioni - di aver saputo ben interpretare la vicenda che aveva già visto il giovane F.H. vittima di violenze e abusi. Ci auguriamo che ora possa vivere più serenamente grazie a questa vittoria significativa. È necessario che la comunità internazionale tenga alta l’attenzione su questo tema portando avanti la battaglia per la depenalizzazione dell’omosessualità nel mondo».
Lo status di rifugiato può essere richiesto da chi non vuole fare ritorno nel paese di origine perché ritiene di esservi perseguitato (e quindi subire violenze, provvedimenti giuridici e amministrativi e azioni giudiziarie) per motivi di razza, religione, nazionalità, opinioni politiche, guerra, renitenza alla leva e gruppo sociale. Ed è proprio quest’ultima voce, volutamente generica, a ricomprendere anche gli orientamenti sessuali e quindi ad avere consentito l’accoglimento della domanda di F.H. Con lo status di rifugiato lo straniero ottiene gli stessi diritti e doveri di cui godono i cittadini italiani, a esclusione dei diritti che presuppongono la cittadinanza italiana, come ad esempio il diritto di voto. Il titolare dello status può anche partecipare ai concorsi pubblici con le stesse modalità e limitazione previste per cittadini dell’Unione europea.

Nel caso in cui lo straniero debba esercitare in Italia un diritto che richiederebbe il concorso di autorità straniere alle quali non può fare ricorso per ottenere determinati documenti o certificati (ad esempio quelle del suo paese d’origine), saranno le autorità italiane a intervenire garantendo che i documenti o certificati siano forniti o sostituendoli con propri atti. Il riconoscimento dà diritto a un permesso di soggiorno della durata di cinque anni, al termine dei quale il rifugiato può chiedere la «carta di soggiorno» (che ha durata indefinita) e la cittadinanza italiana.

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