Donadoni, missione Europeo con un contratto sulla parola

Primo collaudo a Zurigo nell'amichevole con il Portogallo. Abete: il ct resta solo se arriva nei primi quattro

Donadoni, missione Europeo con un contratto sulla parola

Zurigo - È quasi tutto pronto per l’europeo dell’estate prossima. C’è la nuova maglia azzurra presentata dallo sponsor tecnico, Puma (contratto annuale di 11,5 milioni di euro all’anno), ieri a Zurigo in una ex birreria, senza badare a spese: ricco cachet a Simona Ventura per 20 minuti di presentazione e numero stampigliato in oro zecchino addirittura. C’è uno stadio nuovo di pacca da collaudare, il Letzigrund, sembra un’astronave accogliente, 50 mila posti comodi: qui giocheremo le ultime due sfide del girone iniziale con Romania e Francia. Pronto anche il gruppo dei 23 da trascinare alla periferia di Vienna, a Baden, dopo uno stringato ritiro (appena 6 giorni, dal 25 al 30 maggio, giorno dedicato al test, si gioca a Firenze, prima di volare in Austria il 2 giugno). Resistono sul taccuino del ct 3-4 interrogativi, oltre al tormentone Buffon (Toldo il rimpiazzo): uno è il ballottaggio tra Del Piero e Cassano, gli altri sono legati a qualche giovanotto di belle speranze (Palladino e Borriello) e al recupero eventuale di mondialisti assenti qui per scadimento di condizione (Camoranesi e Iaquinta).

È quasi tutto pronto tranne il contratto per Roberto Donadoni, il ct. Per la prima volta la federazione rinvia ogni intesa all’esito conclusivo del torneo continentale: se l’Italia campione del mondo arrivasse sul podio, il rinnovo sarebbe garantito per un altro biennio. Altrimenti si cambierebbe cavallo. Abete, il presidente, e Donadoni, il ct sono d’accordo sulla parola. «Lo possiamo mettere per iscritto o darci una stretta di mano: se arriva nei primi quattro resta» fa sapere il Abete. «Io alle parole dò valore, anche se certe cose di solito si scrivono» ribatte il ct. Solo un’osservazione però: a fine giugno non sarà possibile scegliere un successore ideale, bisognerà puntare su chi è fermo al palo. È quasi tutto pronto insomma tranne la consapevolezza di poter recitare un altro torneo da protagonista. A Lippi capitò di cementare l’autostima proprio nelle ultime due amichevoli, in Olanda e contro la Germania a Firenze. Donadoni spera di ripetere lo stesso passaggio. Cominciando stasera, in Svizzera, contro il Portogallo: può diventare un cliente pericoloso tra 4 mesi a dispetto della sua tormentata qualificazione. L’altro appuntamento è per fine marzo, a Elche, Spagna del sud contro Raul e soci.

Non c’è molto tempo da perdere, allora. Il Portogallo è un vecchio cliente, messo puntualmente sotto dal calcio italiano. Scolari, ct brasiliano, lo ricorda con giustificato dispetto: non ci battono da 35 anni, l’ultimo episodio nel marzo del 2004, a Braga, 2 a 1 con gol da calcio d’angolo di Miccoli. La loro musa è Deco, la loro stella è Cristiano Ronaldo, ieri in festa per il compleanno numero 23. «Lavoro tutti i giorni per diventare il più forte al mondo» la sua frase-simbolo. Viaggia verso i 50 gol nel calcio inglese e con gli italiani del Milan ha un vecchio conto da regolare (l’eliminazione dalla Champions col suo Manchester). Più che il risultato a ogni costo, che pure non è da buttar via, servono garanzie di tenuta della difesa senza Materazzi (rimasto a Milano) e dal vice Buffon, Amelia, e in particolare da Palladino e Borriello, un debuttante tutto da scoprire nella seconda frazione. Per tutto il resto si punta ancora sulla vecchia guardia che non sembra intenzionata a scendere dal piedistallo.

ITALIA-PORTOGALLO
(ore 20.

45, diretta RaiUno)
ITALIA 14 Amelia, 22 Oddo, 5 Cannavaro, 6 Barzagli, 19 Zambrotta; 21 Pirlo, 13 Ambrosini; 17 Palladino, 20 Perrotta, 11 Di Natale; 9 Toni. Ct Donadoni
PORTOGALLO 1 Ricardo, 21 Bozingwa, 16 R. Carvalho, 30 Alves, 3 Caneira; 20 Deco, 18 Maniche, 8 Petit; 17 C. Ronaldo, 27 Quaresma, 38 Makukula. Ct Scolari. Arbitro: Kever (Svizzera)

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