Donadoni va a scuola da Capello e da Mourinho

Probabile a febbraio un’amichevole in Qatar

Franco Ordine

Donadoni ct richiude la valigia e si rimette in viaggio. Prossima destinazione un paio di visite al calcio di Spagna e Inghilterra per avere informazioni di prima mano e dare un’occhiata ai metodi di allenamento. In Spagna ha solo l’imbarazzo della scelta: tra Fabio Capello a Madrid e Frank Rijkaard a Barcellona, può contare su grandi rapporti personali e sull’ospitalità sincera dei due allenatori di Real e Barça. Forse quella puntata gli servirà per capire anche cosa succede a quel giamburrasca di Cassano, entrato in nazionale con gli squilli di tromba e poi uscito per i soliti, discutibili, comportamenti. Dopo la Spagna, il trasferimento in Inghilterra. E questa volta, si farà annunciare da Casiraghi e Zola, i due tecnici dell’under 21 con un passato da calciatori apprezzati nei Blues, per ottenere lo stesso trattamento spagnolo e identica ospitalità da parte di Mourinho, l’allenatore del Chelsea.
La fase dello studio preparerà la svolta azzurra del 2007 scandita dal calendario delle sfide del girone europeo. Il ct ha ottenuto un’altra amichevole (data fissata 7 febbraio) per preparare al meglio il rendez-vous con la Scozia (si gioca a Milano) di fine marzo: da definire solo la sede dell’appuntamento. L’ultima offerta, economicamente interessante, proviene dal Qatar. «Portarli al caldo non sarebbe una cattiva idea» è l’opinione dei medici e dei tecnici azzurri. Specie se l’ingaggio dovesse risultare particolarmente attraente (si parla di una somma di 1 milione di euro).
Dentro la valigia di Donadoni oltre al disappunto per l’ennesimo stiramento riportato in una sfida a tennis («è il tempo che avanza» la chiosa del ct), c’è anche la famosa questione legata a Totti e che ieri ha conosciuto altri sviluppi. È diventato un tormentone. Mercoledì notte al ct han chiesto se per caso avesse dei sassolini nelle scarpe da togliersi e lui serafico ha replicato: «Cammino comodo nelle mie scarpe». Ieri altri interventi sull’argomento. Dapprima Walter Veltroni, il sindaco di Roma, molto sensibile alla salute di Francesco. «Bisogna avere rispetto nei confronti di un ragazzo che si è massacrato per disputare i mondiali» la sua frase, sostegno pieno alla posizione del romanista che ha fissato per settembre 2007 (partita contro la Francia) il tempo del rientro in azzurro. Poi è intervenuta Rossella Sensi, vice-presidente della Lega nazionale che ha esibito una sicurezza assoluta: «Francesco può dare ancora molto alla Nazionale. E quando starà bene con la caviglia, tornerà».
Eppure il destino, singolare, di Donadoni è quello di ritrovarsi, un giorno sì e l’altro pure, in conflitto con Totti. «Stanno provando a mettermi contro Francesco» è lo sfogo del ct reduce da un ennesimo colloquio telefonico con il capitano della Roma dopo le dichiarazioni effettuate a romachannel. «Conoscevo alla perfezione il suo programma di recupero, non conoscevo solo i tempi» è la sua affermazione che mette la parola fine sul tentativo di trasformare Totti in una spina nel fianco. «Io parlo, continuamente, anche con Spalletti che mi conferma i giudizi degli osservatori azzurri» è l’altra frase di Donadoni, rimasto sereno come chi sa di avere la coscienza a posto e non coltiva certo la doppiezza.
L’altra telefonata ricevuta da Donadoni, prima di preparare la notte di Bergamo della Nazionale, è arrivata da Nesta. Il difensore milanista ha chiesto di essere risparmiato contro la Turchia (amichevole) e ha fatto sapere che in futuro «deciderà sulla base della risposta del fisico».

Di qui allora l’avviso ai naviganti e quindi la possibilità che Materazzi diventi in pianta stabile il regista della difesa, con Barzagli pronto a raccogliere l’eredità del romano il quale ha messo il punto sulla sua vita privata, «non tornerò a Roma, sono in attesa di firmare il rinnovo col Milan, resteremo qui io e la mia famiglia» le sue assicurazioni dal tenore molto più deciso.

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