da Istanbul
Che in Turchia il contrasto fra laici e filo-islamici sia sempre molto acceso non è una novità. Ma stavolta bisogna ammettere che l'opposizione ha trovato il modo di fare polemica e criticare indirettamente il governo di Recep Tayyip Erdogan in un modo decisamente originale.
Alla base dello scontro c'è niente meno che una donna, che non porta il velo islamico e che per la prima volta nella storia del Paese avrà l'onore di venire rappresentata su una banconota. Dal prossimo gennaio infatti la nuova lira turca andrà in pensione, dopo un servizio di appena tre anni, per tornare con il nome «classico», ossia lira turca. Per marcare la differenza della denominazione la Merkez Bankasi, la Banca Centrale ha fatto disegnare nuove banconote e monete, sulle quali, a differenza delle precedenti, non comparirà solo Mustafa Kemal Atatürk, fondatore dello Stato moderno e democratico, ma anche personaggi che hanno dato lustro alla repubblica nel campo delle scienze e delle arti.
Fra queste c'è anche Fatma Aliye, balzata alla gloria della moneta nazionale, per la precisione sulla banconota da 50 lire (oltre 25 euro), come prima scrittrice turca. Al Partito repubblicano del Popolo (Chp), la mossa è piaciuta poco e ha lanciato un duro attacco alla Banca Centrale, accusandola di aver scelto la Aliye per fare contento il governo, in quanto la donna proverrebbe da ambienti islamici. In realtà, l'unica colpa della scrittrice è stata quella di nascere nel lontano 1862, quando c'era ancora l'Impero Ottomano e la Turchia era lontana dalla grande stagione riformatrice del Padre della Patria. L'opposizione ha obbiettato che c'erano molte altre scrittrici di età repubblicana, come per esempio Halide Edip Adivar, che avrebbero potuto essere inserite sulle nuove banconote. Insomma, la scelta della Aliye è stata interpretata come un poco gradito ritorno al passato. Come se non bastasse hanno protestato anche gli islamici più integralisti, indignati per vedere riprodotto sulle banconote un volto di donna. Uniche contente le femministe, che hanno evidenziato quanto fosse importante che sulle banconote turche ci fosse finalmente anche una donna e che questo alle fine è il risultato più importante di tutti. «Uno dei nostri slogan più frequenti - ha detto Hulya Gulbahar, presidente della Kader, che si occupa di diritti delle donne in Turchia - è la donna esiste. In questo senso è importante per noi che Fatma Aliye sia finita su quella banconota».
L'ultima parola su questa faccenda sembra metterla la biografia della scrittrice. Nata a Istanbul da una famiglia poverissima, non fu mandata a scuola e imparò a leggere e a scrivere da sola. Studiò il francese così bene che presto iniziò la sua attività di traduttrice firmandosi «la Signora». Madre di 4 figli, sposata a un marito oppressivo, impiegò 10 anni per ottenere dal consorte il permesso di scrivere. Nei suoi romanzi parlava dell'importanza dell'amore dei fidanzati, in un periodo in cui i matrimoni erano combinati dalle famiglie. Le protagoniste dei suoi racconti erano donne forti, che cercavano la loro indipendenza. Nel tempo libero scriveva anche per Hanimlara Mahsus, letteralmente «Apposta per le donne», una rivista femminile su cui si parlava di emancipazione e diritti.
Insomma, nata in periodo ottomano sì, ma per il resto Fatma Aliye lottò per la sua emancipazione e sembrava avere tutte le caratteristiche per piacere ad Atatürk. Chissà che vedendola sulle banconote, tante donne, soprattutto nell'est del Paese, non decidano di imitarla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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