La donna è mobile ma quella berlusconiana è proprio una scheggia. Basta poco e muta d’accento e di partito. Basta, tanto per dire, che cada il governo che le aveva premiate con una cadrega e ne arrivi un altro. A quel punto, rapide come in una sala trucco&parrucco, cambiano aspetto, e da berlusconiane che erano ne escono moderate, per giunta disgustate dai metodi patriarcali usati nel partito in cui sono state (con mille onori, non sempre meritati) per un decennio o più. L’ultima ravveduta è Stefania Craxi, promossa sottosegretario agli Esteri da Berlusconi, ora lo schifa. La figlia di Bettino segue in ritardo le orme del fratello Bobo e annuncia l’addio al Cavaliere.
Con due argomentazioni alquanto interessanti. Primo, nel partito di Berlusconi ormai «prevaleva l’ossessione della giustizia». Secondo, non c’è selezione della classe dirigente, si viene nominati solo per amicizie. Incredibile ma vero, sta parlando la Craxi. Cioè la stessa che, ospite dell’Annunziata, paragonava la persecuzione giudiziaria del padre a quella di Berlusconi, concludendo con un «giusto non farsi processare». Cioè la stessa che è entrata in Forza Italia anche, si presume, grazie a un cognome piuttosto influente (meno male che, dopo aver detto che si viene scelti col «favore dei potenti di turno», aggiunge un «anche io»).
Sarà pure un seduttore e tombeur de femmes, ma viene il sospetto (sicuramente infondato) che queste femmes si lascino sedurre quando il Cav ha il potere e sedie da distribuire, altrimenti, appena intravedono le prime luci del tramonto, iniziano a trovare dannatamente interessanti Casini o Fini, gli eterni delfini. «Casini va sostenuto» dichiara la figlia di Bettino, già pronta al salto con l’asta. Sul capo di Fli punta invece un’altra signora già berlusconissima, Letizia Moratti, che cavalcando l’onda azzurra ha raggiunto posti mica da ridere: la presidenza Rai, il ministero dell’Istruzione, il Comune di Milano. Niente, anche lei delusa, ora trova interessante la destra di Granata e Bocchino (che un anno fa le dava della «estremista»). Una semplice coincidenza che tutto ciò avvenga, per entrambe, dopo la caduta del governo Berlusconi? Seduttore e abbandonato.
Ha avuto più tempismo (del resto è un’atleta) Gabriella Carlucci, passata con l’Udc un momento prima della rovina. Anche lei oltranzista del berlusconismo, improvvisamente disgustata. Le donne tradiscono più degli uomini? Nel Pdl sembra di sì. Per qualche tempo hanno vacillato anche la Carfagna e la Prestigiacomo, crisi femminili subito rientrate. Ma come dimenticare un’altra creatura berlusconiana, Chiara Moroni, portata per mano in Parlamento da giovanissima, deputata di Forza Italia e poi tesoriera del gruppo Pdl alla Camera (un ruolo piuttosto delicato). Anche lei, dopo dieci anni all’ombra di Berlusconi, non ha resistito al fascino latino di Bocchino, e l’ha seguito in quel disastro che è stato finora il Fli. Al momento, però, l’approdo considerato più sicuro dalle «sedotte e abbandonatrici» del Pdl non è Fini e soci ma l’Udc.
Berlusconi se n’è accorto, e alla conferenza di Vespa ha snocciolato un sondaggio su Pierfurby, che è «un bel fieu» (un bel ragazzo): «Quasi il 70% delle elettrici di età superiore ai 50 anni lo votano perché piace». Giudizio forse condiviso dalle fuggiasche ex berlusconiane, anche sotto la cinquantina. Un altro seduttore da abbandonare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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