Doping persino alle Paralimpiadi: positivo svedese del curling

Si chiama Glenn Ikonen e ha 55 anni: ha assunto betabloccanti. Si è difeso: «Sono scioccato. Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere alla mia età»

C'è un caso di doping alle Paralimpiadi di Vancouver 2010. Per di più nel curling. «Possiamo confermare che l'atleta coinvolto è lo svedese Glenn Ikonen», ha infatti detto all'agenzia Dpa la portavoce del Comitato paralimpico internazionale (IPC), Steffi Klein. «L'atleta ha ammesso di aver assunto betabloccanti», ha aggiunto. La sanzione disciplinare non è ancora stata decisa visto che l'inchiesta non è ancora conclusa.
«Sono scioccato. Non avrei mai immaginato di trovarmi in una situazione del genere alla mia età. Non prenderei mai una sostanza proibita», si è difeso Ikonen chiamando in causa il proprio medico curante. «Gli avevo detto che non avrei voluto assumere nulla di vietato», ha ripetuto. Ikonen rischia una squalifica di 2 anni. La squadra svedese, che si è qualificata per le semifinali del torneo dopo una rocambolesca vittoria per 6-5 sull'Italia, non rischia sanzioni. Le norme prevedono provvedimenti solo se risultano positivi due atleti. Ikonen, d'altra parte, non è stato nemmeno impiegato nel match contro gli azzurri.


Il doping alle Paralimpiadi non è una novità assoluta. A Torino 2006 non furono registrati casi, mentre a Salt Lake City 2002 nei campioni del fondista tedesco Thomas Oelsner vennero individuate tracce di steroidi anabolizzanti.

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