Dramma nella Milano bene Coppia uccisa da un’overdose

MilanoLi hanno trovati ieri mattina all’ora di pranzo, poco prima dell’una. La donna delle pulizie, entrando con la sua chiave nella casa all’ottavo piano di uno stabile di viale Bianca Maria - zona centrale di palazzi signorili e abitazioni di lusso - ha intuito subito che a casa dell’avvocato era successo qualcosa di strano, sicuramente di poco piacevole. «Non ho capito immediatamente di cosa si trattava, ma mi sono spaventata - spiegherà più tardi, in lacrime, ai carabinieri -. Di solito, a quell’ora, in casa, non c’è mai nessuno, è vero. E poi l’abitazione era in ordine, come sempre del resto. Ma io ho avvertito una strana sensazione. Mi è venuta una gran tristezza addosso. Così sono corsa dove mi diceva la coscienza, sono corsa verso la camera da letto». Ed è lì che la colf ha trovato, riversi sulle lenzuola, i cadaveri dell’avvocato penalista Carlo Franzi, 35 anni e della sua compagna 39enne Francesca Mandelli.
La donna prima ha gridato, poi si è attaccata al telefono, ha chiamato il 118. Quando gli operatori del pronto intervento sono arrivati sul posto, però, hanno capito che la coppia era morta da diverse ore. A quel punto sono stati avvertiti i carabinieri. Sono stati loro a raccogliere i residui di stupefacenti trovati accanto al letto (sembra crack, un noto derivato della cocaina) vicino ad alcuni bicchieri di alcol. Una partita tagliata male resa fatale dal mix con gli alcolici? «Natura e tipologia della droga ingerita, così come le cause esatte del decesso, verranno rese note dopo l’autopsia» hanno spiegato i militari che, comunque, si dicono praticamente certi che la morte sia stata causata dall’abuso di droga. E che l’alcol, probabilmente, abbia accelerato il tutto.
La Milano bene e la droga. Un connubio purtroppo molto redditizio e che regge gli urti del tempo e il passare delle mode. Tanto per confermare che neanche i piani alti sono immuni dal fascino che si prova camminando costantemente accanto alla morte per qualche brivido in più. Un brivido che però rischia sempre di essere l’ultimo.
Dell’avvocato Franzi in Procura si ricordano tutti piuttosto bene. E non solo perché frequentava il tribunale e aveva il suo studio nell’arcinota via Manara, proprio su uno dei due lati di Palazzo di giustizia. Nel settembre 2007, fatto singolare, il legale aveva fatto parlare di sé per aver difeso un suo collega accusato proprio di spaccio. I carabinieri avevano arrestato il legale, un 45enne: l’uomo era in possesso di otto flaconi di metadone. L’accusa degli investigatori, date le circostanze dell’arresto, era che il professionista stesse cedendo la sostanza, utilizzata per placare i tormenti delle crisi di astinenza da eroina, a un tossicodipendente della zona, e, come da codice penale, erano scattate le manette. Sarebbe stato il «cliente» a indicare l’avvocato come fornitore del medicinale, anche se l’episodio sarebbe stato giustificato come un «favore» tra amici in difficoltà. Carlo Franzi, il difensore del collega imputato, aveva prodotto una singolare memoria per chiarire che il suo assistito fosse in possesso dell’ingente quantitativo di stupefacente senza che gli si potessero contestare reati.


Sale così a tre il numero delle vittime per droga negli ultimi due giorni a Milano: lunedì sera un giovane di 24 anni è stato trovato morto nel suo appartamento in via Francesco De Sanctis. Accanto a lui delle siringhe usate che contenevano eroina.

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