E un altro magistrato denuncia: «Subii pressioni da un collega»

E un altro magistrato denuncia: «Subii pressioni da un collega»

nostro inviato a Salerno

Mentre la giunta per le autorizzazioni a procedere presieduta dal diessino Vincenzo Siniscalchi (difensore del sindaco diessino di Salerno, Mario De Biase) si appresta a vagliare le intercettazioni coperte da omissis del deputato diessino Vincenzo De Luca (indagato insieme a De Biase), dal capoluogo campano fuoriescono nuove rivelazioni sulle pressioni che i procuratori aggiunti Michelangelo Russo e Luciano Santoro avrebbero fatto sul pm Gabriella Nuzzi, titolare del procedimento sui Ds. Stavolta è il sostituto della Dda Filippo Spiezia a «sparare» sul procuratore aggiunto Michelangelo Russo che tentò di farlo parlare con alcune persone indagate nel procedimento che riguarda i terreni della centrale termoelettrica: «Ho presentato una relazione di servizio in merito a richieste anomale fattemi dal procuratore aggiunto - dice Spiezia al Csm - anche per la verità nei posti più disparati. Il collega, incontrandomi al bar, all’esterno sul Corso, vicino al palazzo di giustizia, in occasione di una pausa pranzo, insomma ogni volta che lo incontravo per strada, mi sollecitava a ricevere queste persone che avrebbero dovuto rappresentarmi problematiche riguardanti un suolo nella zona industriale». Ma Spiezia non era competente. Lui s’occupava d’altro. «Di fronte a questi ripetuti tentativi avvertii la collega Nuzzi e il procuratore capo Apicella (...). Dissi poi a Russo che non avevo titolo a occuparmi di questa vicenda e non capivo le regioni per cui egli si rivolgesse a me». Nonostante ciò, Russo altre volte «mi sollecitava all’incontro» così, dopo aver avvertito la Nuzzi, gli dico che le persone potevano venire ufficialmente nell’orario di ricevimento al pubblico. Quando li incontrai, dissi loro che dovevano parlare non con me ma con la Nuzzi». Secondo Spiezia, il collega Russo era convinto «che io in qualche modo continuassi ad avere rapporti professionali su quel procedimento e che in qualche modo la collega seguisse le mie direttive investigative (...). Una volta mi disse: Perché sai, io ho avuto dei problemi con lei per la presa in visione di alcuni fascicoli. Penso che in qualche modo tu possa aiutare Gabriella a capire bene queste vicende (...). Così avvisai il procuratore anche dopo che un ispettore di polizia, presente all’incontro, stigmatizzò la condotta di Russo.

La vicenda mi appariva sempre meno chiara, e in qualche modo avvertivo una sensazione, una condotta, che tendeva a strumentalizzarmi (...). Vi furono altri comportamenti simili di Russo per altre inchieste, e so che anche il collega Lomastro si era molto lamentato per le richieste di intervento su procedure esecutive... ».

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