E anche Fiumicino si candida a smaltire rifiuti

Fiumicino potrebbe essere uno dei comuni metropolitani alle porte della capitale pronti a ospitare uno dei termovalorizzatori che dovranno essere realizzati tra Roma e dintorni. Quattro per l’esattezza, entro cinque anni. Così come prevede il piano, già approvato a maggio, per fronteggiare l’emergenza rifiuti nella città contenuto nel programma del sindaco Alemanno.
Così mentre il commissario straordinario ai rifiuti, Piero Marrazzo, annuncia di costruirne quattro in tutto il Lazio, scatenando i veti incrociati di ambientalisti e Sinistra arcobaleno, e in risposta la giunta Alemanno rilancia il «quartetto» di impianti nella sola capitale, il primo cittadino del comune di Fiumicino, Mario Canapini, conferma la disponibilità del municipio alle porte della capitale ad accogliere nel suo territorio un termovalorizzatore di ultima generazione per lo smaltimento dei rifiuti. «Io credo che nella prossima giunta formalizzeremo la proposta a Regione, Provincia e Campidoglio - spiega Canapini - considerata, tra l’altro, la situazione precaria di Malagrotta (nella quale attualmente si riversano i rifiuti di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano, ndr), che al massimo entro un anno chiuderà. Quindi, se non vogliamo rischiare di trovarci nella stessa situazione di Napoli, è necessario che ognuno si faccia carico delle proprie responsabilità. Noi siamo disponibili».
Certo Canapini è pronto a ospitare il termovalorizzatore, ma la condicio sine qua non è che l’impianto sia di quarta generazione, con emissioni nocive molto contenute, quindi con la massima garanzia per la tutela della salute dei cittadini, e che i rifiuti smaltiti siano quelli della sola area romana, nella quale per il sindaco di Fiumicino è «necessaria l’attivazione di una raccolta differenziata seria anche da parte dei comuni limitrofi».
Attualmente Fiumicino non ha una propria discarica, a parte l’impianto per la produzione del «compost» di Maccarese, e per smaltire l’immondizia a Malagrotta sborsa circa tre milioni di euro l’anno alle casse del Campidoglio. Un costo notevole per il comune costiero, soldi che potrebbe risparmiare. «È nostra intenzione metterci a tavolino con gli enti locali e discutere con loro per vagliare tutte le eventuali possibilità - prosegue il primo cittadino di Fiumicino - perché nel nostro comune, che è più esteso della provincia di Trieste, non mancano aree decentrate idonee a ospitare un termovalorizzatore, purché abbiano determinati requisiti, tenendo conto del sistema infrastrutturale, viario e dei trasporti in genere. Se poi, viceversa, gli enti locali sceglieranno altri siti, a noi va bene lo stesso. Ma in futuro non ci vengano a dire che i sindaci dei comuni limitrofi si sono opposti, così come è accaduto in Campania». Per Canapini, inoltre, i vantaggi di dotare un comune con oltre 60mila abitanti e in costante crescita demografica di un termovalorizzatore a tecnologia moderna, potrebbero essere innumerevoli sia per il comune sia per la cittadinanza. «Intanto è previsto un benefit per i Comuni che ospitano questo tipo di impianti. Non da ultimo Fiumicino, insieme con altri gruppi, aziende municipalizzate come l’Ama, potrebbe entrare a far parte di un circuito che si occupa della gestione dei rifiuti.

I cittadini - conclude il sindaco - invece, oltre alla possibilità del teleriscaldamento e alla produzione di energia, avendo l’impianto di smaltimento “in casa” vedrebbero i costi per la gestione dei rifiuti abbattersi, con una conseguente diminuzione delle imposte».

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