E Bacilieri disegna la vita di Piero

È finalmente in libreria un volume dedicato a un altro Manzoni degno di nota

E Bacilieri disegna la vita di Piero
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È finalmente in libreria un volume dedicato a un altro Manzoni degno di nota: quel Piero che in una manciata di anni di febbrile attività rivoluzionò il concetto di arte e di artista. Il titolo è una sigla alquanto strana, BACGLSP, che rimanda a un passo evangelico: «basta a ciascun giorno la sua pena» (Matteo 6, 34).

Paolo Bacilieri, autore di questo graphic novel (Coconino Press, pagg. 208, euro 24) che scandaglia la personalità e le opere di Piero Manzoni, ce lo spiega così: «Ho iniziato a lavorare a questo libro nel 2016. Una delle prime e delle poche idee chiare è stato da subito questo titolo. Forse per la sua ambivalenza, è la frase più laica dei Vangeli e Piero Manzoni è (come me?) un laico con una profonda educazione cattolica/italiana; forse per il riferimento temporale, il tempo è un elemento fondamentale nel lavoro di Manzoni; o forse semplicemente perché è un bellissimo passo del Vangelo di Matteo».

La biografia a fumetti di Piero Manzoni parte dalla sua precoce scomparsa a nemmeno trent'anni, avvenuta nell'appartamento di via Fiori Chiari, nel quartiere milanese di Brera, il 6 febbraio 1963. Bacilieri ci arriva dopo una carrellata di ventuno tavole dal sapore neorealista, che ritraggono alcuni angoli della città che sta cambiando. Da un lato la Milano delle donne che «resentano» i panni nel naviglio, del corteo funebre col carretto che «mena a Musòcch» (come direbbe Gadda), dei prestinai, delle trattorie. Quelle vere, non i tristi epigoni di oggi, trappole per turisti dalle insegne fasulle. Accanto il Pirellone, la Torre Velasca, i parcheggi multipiano e l'apice della modernità: gli sfavillanti neon pubblicitari di piazza Duomo, che fanno assomigliare Milano a New York.

Dal ritrovamento del cadavere dell'artista prende avvio un flashback che ne racconta l'incredibile vita.

Com'è nel suo stile, Bacilieri si diverte a ricreare le atmosfere della Milano che fu attraverso le architetture, gli interni, le canzoni; e gli avventori del Bar Jamaica, rifugio di personaggi bohémien dei quali coglie fisionomia, tic e battute.

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