E la candidata a Napoli chiede aiuto a Saviano

La Valente si appella allo scrittore per comporre le liste elettorali

E la candidata a Napoli chiede aiuto a Saviano

Napoli - San Roberto aiutaci tu. Roberto nel senso di Saviano, il nume tutelare cui si appella un Pd napoletano a pezzi non solo per le primarie juke-box (con tanto di monetine davanti ai seggi) ma per la faida scatenata dalla base dem per la scelta dei presidenti delle dieci Municipalità. La candidata Valeria Valente, che vorrebbe sacrificare i dirigenti locali a favore degli esponenti della società civile, ha chiesto aiuto allo scrittore per formare liste «con personalità di valore» al consiglio comunale e, chissà, forse anche per la eventuale Giunta.

I renziani temono imbucati e impresentabili dopo il ciclone giudiziario che si è abbattuto nei giorni scorsi sul presidente autosospeso del partito Stefano Graziano, indagato per concorso esterno camorristico. Così provano a inaugurare il sistema elettorale «Chiquita»: la nomination col bollino dell'antimafia da salotto. «Dacci una mano a trovare nomi migliori» è l'sos carico più di disperazione che di speranza lanciato al gomorrologo dall'aspirante primo cittadino in difficoltà a tenere assieme un gruppo lacerato da faide e scontri personali.

Risposte di Saviano finora non sono arrivate, e probabilmente mai arriveranno preso com'è dalle nuove accuse di plagio (dopo la condanna in Cassazione per Gomorra) per Zero, Zero, Zero ad opera di alcuni blogger americani. Peraltro, il buon Roberto non pare possedere un particolare fiuto per le cose politiche considerato che l'unico parlamentare citato nel suo bestseller è stato Lorenzo Diana, paladino Ds con tanto di scorta oggi sotto processo per aver brigato coi Casalesi secondo le accuse del super-pentito Antonio Iovine.

Chi si è fatto sentire, e lo fa con una puntualità certosina ogni giorno su Facebook, è il grande sconfitto delle primarie, Antonio Bassolino. Ieri come la classica goccia che buca la roccia l'ex governatore ha lanciato l'ennesimo siluro contro la corazzata dem. «Un partito e una campagna elettorale allo sbando, senza guida e senza testa».

Ventiquattr'ore prima, un'altra staffilata: «Molti cittadini aspettano ancora di conoscere i rendiconti dei candidati alle primarie e il bilancio del Pd: con almeno 1 euro a persona, compresi i prestiti fuori ai seggi, sono più di 31.000 euro».

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