È un’esclusiva di Michel Platini. Il presidente dell’Uefa ha creato un nuovo ruolo, quello di Chief refereeing officer, per avere Pierluigi Collina alle sue dipendenze e affidargli il coordinamento di tutti gli arbitri europei (come ha anticipato Il Giornale venerdì scorso). Un’idea partita da lontano e concretizzata dopo aver parlato con l’interessato e aver ricevuto l’ok da Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio italiana. Con lui vuole dare una svolta al problema che più angustia il mondo del calcio e che, fin dalla stagione scorsa, ha cercato di risolvere con l’avvento dei giudici di porta in Uefa League. Quest’anno presenti anche in Champions League e nelle partite di qualificazione all’Europeo. Una svolta voluta in tempi non sospetti, con grande anticipo rispetto ai disastri visti in Coppa del Mondo. È come se Platini avesse confezionato a Collina, l’unico italiano che gli sta nel cuore, un abito sartoriale, personalissimo, su misura. Nulla da spartire con l’abitudine di far designare alle federazioni nazionali i membri da inserire nelle commissioni.
Collina ha accettato di essere a capo del nuovo progetto, e chi non si sarebbe comportato come lui? Il compito è affascinante, ottimamente retribuito (superiore ai 500mila euro che prendeva in Italia, secondo qualche spiffero) e non deve essere rinnovato di anno in anno. In pratica coordinerà, con l’incarico di responsabile, una commissione formata da undici membri, fra i quali figurano il francese Batta e lo scozzese Dallas. Il suo ingresso nell’Uefa ha coinciso con l’addio all’Italia. Collina ha lasciato inevitabilmente l’incarico di designatore.
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